La candidatura di Sanzarello, ha spiegato il presidente Morra, viola il Codice di autoregolamentazione in quanto risulta a giudizio per concussione - in concorso con altri - per fatti commessi tra il 1999 e il 2004. Sebastiano Malandrino, invece - candidato consigliere a Pachino - è incandidabile per una condanna definitiva per detenzione illecita di stupefacenti
Sono due i candidati “impresentabili” alle elezioni comunali in Sicilia del 10 e 11 ottobre (si vota in 43 Comuni), individuati dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Nicola Morra in base al Codice di autoregolamentazione e alla legge Severino. Uno è Sebastiano “Tatà” Sanzarello, candidato sindaco a Mistretta (Messina), Comune sciolto da ormai due anni e mezzo per inflitrazioni mafiose e per una serie di irregolarità amministrative. Sanzarello è medico urologo, già senatore dell’Udc, eurodeputato di Forza Italia e assessore alla Sanità della Regione Sicilia nella giunta di Angelo Capodicasa, tra il 1998 e il 1999. La sua candidatura, ha spiegato Morra, viola il Codice di autoregolamentazione in quanto risulta a giudizio per concussione – in concorso con altri – per aver intascato, tra il 1999 e il 2004, tangenti per oltre mezzo milione di euro da un ente di assistenza agli spastici.
L’altro è Sebastiano Malandrino, candidato consigliere a Pachino (Siracusa) per la lista Progetto Pachino Spiraglia, condannato in via definitiva a due anni di carcere (e a una multa di 5.200 euro) per detenzione illecita di stupefacenti, nonché sotto processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. La condanna definitiva lo rende incandidabile in violazione della legge Severino, per cui, se eletto, decadrebbe immediatamente dalla carica. “Il candidato è immediatamente escluso dalla lista e invitiamo i cittadini a non votarlo”, fa sapere Alfredo Spiraglia, l’imprenditore leader della lista.
“Il novero di soggetti con problemi con la giustizia si riduce nel tempo: evidentemente sortisce effetto questa azione puntuale e precisa di segnalazione di persone che per opportunità politica non vanno candidate”, ha commentato Morra. “Certo, si può essere rinviati a giudizio per poi essere assolti, e noi questo ci auguriamo. Esprimo forte apprezzamento per questo lavoro: le forze politiche e civiche hanno coscienza del dover sottoporre agli elettori candidati il più possibile moralmente accettabili“.