“La trattativa Stato-mafia? C’è stata da parte dei Carabinieri del Ros, ma non fu un tradimento, quanto piuttosto un cedimento dello Stato, un’anomalia“. Così l’ex ministro della Giustizia dell’ultimo governo Andreotti, Claudio Martelli, ospite de La Confessione di Peter Gomez, in onda venerdì 8 ottobre alle 22.45 su Nove, ha risposto al conduttore che gli domandava se ritenesse una vera e propria “trattativa” quella intercorsa tra Stato e Cosa Nostra per fermare le stragi. “Secondo me la trattativa è quella precedente, cioè quella dei Ros dei carabinieri (Gli ex alti ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno sono stati assolti in Appello dall’accusa di violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato perché il fatto non costituisce reato il 24 settembre scorso, ndr) – ha risposto l’ex delfino di Craxi – Lo è indubitabilmente perché è stato lo stesso colonnello Mori deponendo a Firenze che ha detto: ‘Sì, io ho trattato con Ciancimino'”. Tuttavia, secondo l’ex numero due del Psi, da questa situazione “non è derivato un atteggiamento di fellonia, di tradimento dello Stato, della patria da parte dei Carabinieri”.
Piuttosto, ha spiegato Martelli, “c’è stata un’anomalia perché i Ros avrebbero dovuto riferire o ai magistrati o ai loro superiori nella Dia – che avevamo appena costituito e che unificava tutti i servizi segreti anche il loro – quello che intendevano fare, invece hanno proceduto di testa loro. Può essere un qualcosa da riprendere sul piano disciplinare, da richiamarli all’ordine come io tentai di fare, ma certamente non è un tradimento, è quella zona ambigua, grigia in cui si muovono gli investigatori quando per ottenere delle informazioni da confidenti, da mafiosi…”. Del resto, ha proseguito l’ex vice presidente del Consiglio “cosa ha fatto Falcone con Buscetta? Cosa hanno fatto i magistrati con Brusca? Questa non è una trattativa, questo è un cedimento dello Stato e l’ho sempre chiamato così”. “Possiamo dire che quindi lo Stato ha subito, nel suo complesso, un’estorsione?”, ha domandato ancora il direttore de Ilfattoquotidiano.it. “Loro mettevano le bombe e lo Stato ha fatto male i conti perché dopo che hanno scarcerato, tolto dal 41bis un centinaio di mafiosi, hanno fatto altri attentati e c’è la famosa frase, non ricordo se di Riina o di Bagarella: ‘Bisogna dargli un altro colpetto’“. Questo dimostra che chi si fa pecora, il lupo se lo mangia“, ha concluso l’ex Guardasigilli.
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