“Firme raccolte nel silenzio dei capi dei grandi partiti“. Marco Cappato, nel giorno della consegna del milione e 239mila firme per chiedere un referendum per l’eutanasia legale, si è rivolto soprattutto alla politica. Nei tre mesi di mobilitazione senza precedenti di volontari e cittadini, sono mancate completamente le adesioni dei leader delle principali formazioni politiche. “Spero che la politica si renda conto”, ha detto Cappato, esponente dell’associazione Coscioni, “perché il referendum non è fatto contro i partiti e la politica ma è uno strumento per aiutarli a riprendere un contatto con la realtà sociale e con le persone. La politica dei partiti è autoreferenziale. Noi stiamo offrendo l’opportunità di occuparsi di una questione che riguarda le persone. Non è tempo di giochini ma di rispettare la democrazia che non è fatta solo di marketing elettorale”.
Cappato, che nei mesi scorsi ha girato l’Italia per centinaia di iniziative e sostegno del referendum, ha parlato da piazza Cavour poco prima del deposito delle firme in Cassazione. “Oltre un milione e duecentomila cittadini italiani chiedono che finalmente si possa decidere di non dover più imporre contro la volontà del malato la sofferenza come una tortura insopportabile”, ha detto. “Poter decidere finalmente tra l’eutanasia clandestina che c’è già in Italia e quella legale fatta di regole, responsabilità, conoscenza, ovviamente assistenza per chi vuole vivere e rispetto della decisione di chi non lo vuole più. Le firme sono state raccolte nel silenzio dei capi dei grandi partiti ma la gente che ha firmato ha vissuto questo problema”.
“La firma digitale rappresenta un’innovazione a servizio di partecipazione e democrazia”, ha detto. “È digitale un terzo delle firme raccolte per il referendum per l’eutanasia. Non credo ci sia da avere paure al riguardo. Un milione e 200 mila persone vogliono si prenda una decisione sul diritto di poter scegliere di non subire una sofferenza insopportabile, tra eutanasia clandestina e legale”. In tre mesi sono state oltre 1,2 milioni di firme (quasi 400.000 online) raccolte da più di 13.000 volontari in 6000 tavoli di raccolta in oltre 1000 comuni. Due terzi delle firme sono state raccolte fisicamente su carta in tutte le province italiane, grazie a una rete capillare di 13.000 volontari, ma è anche stata la prima campagna al mondo a beneficiare della firma digitale.
Presenti in piazza, tra gli altri, i vertici dell’Associazione Luca Coscioni Mina Welby, moglie di Piergiorgio e co-presidente; la segretaria Filomena Gallo e il Tesoriere Marco Cappato – oltre ai coordinatori del Comitato, medici, autenticatori, avvocati e volontari giunti da tutta Italia. Ma anche alcuni “volti” simbolo della campagna per il referendum, come Laura Santi, attivista malata di sclerosi multipla, Marco Gentili, malato di SLA, assoluto protagonista della campagna grazie all’azione politica nonviolenta a favore della firma digitale e Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo.