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Gabriele Muccino: “Con mio fratello Silvio non ci vediamo dal 2007. La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, come un lutto”

In un’intervista al Corriere, in vista dell’uscita tra una settimana della sua biografia – La vita addosso - pubblicata da Utet, Gabriele Muccino torna a parlare del fratello Silvio. E lo fa ricordando che il rapporto tra loro (Gabriele ha 54 anni e Silvio 39 ndr) è letteralmente finito oramai da 14 anni

di Davide Turrini

Con mio fratello Silvio non ci vediamo dal 2007, dopo questo tempo si elabora una sorta di lutto”. In un’intervista al Corriere, in vista dell’uscita tra una settimana della sua biografia – La vita addosso – pubblicata da Utet, Gabriele Muccino torna a parlare del fratello Silvio. E lo fa ricordando che il rapporto tra loro (Gabriele ha 54 anni e Silvio 39 ndr) è letteralmente finito oramai da 14 anni. “Da quell’anno non ha voluto incontrare me, in nessuna occasione, i miei figli, i miei genitori, mia sorella, ma anche Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, ha fatto terra bruciata intorno a sé da tutti quelli che lo hanno amato. La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, ha spiegato il regista de L’Ultimo Bacio nell’intervista. “Lui a un certo punto ha fatto dichiarazioni su di me talmente gravi, descrivendomi come un uomo violento. Sono state il napalm. Le carte giudiziarie però dicono l’opposto tanto che la vicenda si è chiusa con l’archiviazione”.

Muccino aggiunge poi che nel libro ha voluto raccontare tutto, quindi l’attesa per La vita addosso è molto alta. Qualche anticipazione della biografia da un Gabriele vagamente pacificato, oramai in procinto di debuttare su Sky con la sua prima serie tv tratta proprio dal suo film A casa tutti bene, c’è. Intanto c’è una sorta di pentimento verso i fratelli D’Innocenzo (celebre il tweet sull’incomprensione del loro film Favolacce ndr): “Mi stanno molto simpatici e conoscono il fair play più di moltissimi altri di questo mondo”. Poi un affondo sui social, molto usati nel tempo da Muccino: “Non sono un mezzo per comunicare concetti o raccontare la propria emotività, ma solo per informare. E a volte non ci penso”. Infine Muccino tra i tanti successi ricorda i classici copioni e progetto che a Hollywood si iniziano e poi finiscono clamorosamente nel dimenticatoio: Passengers con Keanu Reeves e Emily Blunt, un film su Ponzio Pilato, ma soprattutto quel Wolverine con Hugh Jackman che sarebbe stato un vero e proprio momento di rottura rispetto al clamoroso neorealismo dei suoi concitatissimi e brulicanti film italiani e statunitensi (cos’è La ricerca della felicità e non un Ladri di biciclette attualizzato?).

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