È illegittima la sospensione del trattamento previdenziale per i medici vaccinatori andati in pensione con Quota 100. Lo ha stabilito in via cautelare la Corte dei Conti della Liguria, accogliendo il ricorso di una dottoressa che aveva aderito all’opzione aperta dal governo Conte I e in seguito, nella primavera 2021, era stata assunta a termine da un’agenzia interinale per contribuire alla campagna vaccinale, partecipando al cosiddetto “bando Arcuri”. Dopo il pasticcio normativo causato da un emendamento della Lega, che voleva sospendere l’assegno a tutti i camici bianchi impegnati nelle iniezioni, l’Inps aveva chiarito che il “congelamento” valeva solo per gli aderenti a Quota 100. Così, con provvedimento del 1° luglio 2021, l’Istituto pensionistico aveva annullato alla ricorrente i versamenti per il resto dell’anno (chiedendole per di più indietro quelli già ricevuti), nonostante il periodo di assunzione fosse limitato a poco più di un mese (22 febbraio-6 aprile).

Il medico si è quindi rivolto alla Corte dei conti chiedendo la revoca d’urgenza del provvedimento, sostenendo che la normativa d’emergenza varata con la pandemia dovesse “essere considerata derogatoria, consentendo, quale incentivo alla campagna vaccinale, il cumulo tra qualsiasi pensione e reddito da lavoro”.Altrimenti, sosteneva il ricorso, il “doppio binario” tra pensionati normali e aderenti a Quota 100 “apparirebbe incostituzionale per violazione del principio di ragionevolezza, essendo trattate in maniera diversa situazioni assimilabili“.

Una ricostruzione accolta dal tribunale contabile: “I limiti generali alla cumulabilità dei redditi dei pensionati devono ritenersi derogati dalla normativa speciale emergenziale”, scrive il giudice monocratico nell’ordinanza. “Non sarebbe, infatti, coerente invitare un pensionato a svolgere un incarico – per pochi mesi e in cambio di una retribuzione inferiore al trattamento di quiescenza – per poi penalizzarlo azzerandone la pensione per l’intero anno. Tale interpretazione imporrebbe un paradossale sacrificio ai medici che hanno risposto all’appello, mossi anche da spirito di servizio, e disincentiverebbe la partecipazione dei sanitari in quiescenza con Quota 100 in misura significativa, inficiando lo scopo perseguito dal legislatore“.

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