Fermi tutti, forse l’inflazione non è del tutto temporanea. Lo ha detto oggi la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, nel suo intervento video al B20 Summit. Alcuni fattori inflazionistici legati alla ripresa post-pandemia “potrebbero creare cambiamenti nella domanda più durevoli, portando a un disallineamento fra domanda e offerta prolungato“, ha spiegato Lagarde. Nei mesi scorsi la Bce ha sempre enfatizzato il carattere transitorio dei recenti rialzi dei prezzi, legati per lo più a tensioni sui costi energetici destinati a rientrare una volta completata la fase di assestamento economico post – pandemia. Se l’inflazione è transitoria la Banca centrale non deve metter mano alle sue politiche monetarie ultra espansive.
Tassi a zero e programmi di acquisti di titoli sono tutte misure che, tra le altre cose, aumentano la quantità di moneta in circolazione nel sistema economico. Una condizione che, insieme ad altri fattori, può facilitare il rialzo dei prezzi. Lo scorso settembre l’inflazione della zona euro ha toccato il 3,4%, livello più elevato degli ultimi 13 anni. I verbali delle ultime riunioni della Bce hanno mostrato una certa preoccupazione tra i componenti del consiglio direttivo in merito all’andamento dei prezzi. In particolare alcuni membri hanno espresso dubbi sull’attendibilità delle previsioni di Francoforte che descrivono una discesa dell’inflazione già nei prossimi mesi. Nelle stime non sarebbero del tutte incorporati i recenti rialzi nei prezzi di petrolio, gas e altre fonti energetiche che stanno creando difficoltà nelle economie di tutto il mondo. Tuttavia un rallentamento della crescita economica giustificherebbe la permanenza di misure monetarie di sostegno alla crescita. Un rebus su ci si stanno scervellando i banchieri centrali di tutto il mondo.