È passato un anno esatto dallo scoppio dell’Ares Gate, innescato involontariamente delle chiacchiere di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra al Grande Fratello Vip 5, e dodici mesi dopo continuano ad emergere nuove indiscrezioni sull’inchiesta aperta a Roma dal pubblico ministero Carlo Villani sulla morte di Teodosio Losito, che si uccise l’8 gennaio nella sua villa a Zagarolo. Lo sceneggiatore di fiction di successo come Il bello delle donne e L’onore e il rispetto fu o meno istigato a suicidarsi da qualcuno? È quello che la Procura di Roma cerca di capire da mesi attraverso una complessa indagine e una serie di interrogatori che hanno convolto tra gli altri Gabriel Garko, Barbara D’Urso, Giuliana De Sio ed Eva Grimaldi. Oltre ad Alberto Tarallo, per più di vent’anni compagno di Losito, che lo ha nominato erede universale.
E le ultime novità riguardano proprio Tarallo, il produttore e co-fondatore della Ares Film, che attraverso il suo legale, l’avvocato Daria Pesce, ha chiesto alla procura che venga effettuata una perizia calligrafica sui documenti ritrovati dopo la morte di Losito. Questo è ciò che riporta Repubblica, aggiungendo che «quelle lettere proverebbero che Tarallo non ha nulla a che fare con la morte di Losito». Il produttore, che la scorsa estate fu interrogato per oltre sette ore dal pm Villani, è solo una delle tante persone informate sui fatti ascoltate in Procura ma al momento nessuno risulta formalmente indagato. «Gli inquirenti hanno acquisito i manoscritti e adesso cercheranno di capire se sia stato realmente Losito a stilarli. In questo modo potrebbero essere portate alla luce eventuali incongruenze e aggiungere elementi per definire se il suo suicidio sia stato veramente indotto», aggiunge Repubblica.
Ma di quali lettere si tratta? Ce ne sarebbero almeno tre scritte da Teodosio Losito prima di suicidarsi, nessuna delle quali indirizzate a Giuseppe Losito, il fratello dello sceneggiatore, che nel frattempo ha ingaggiato una battaglia legale con Tarallo per una polizza da 300 mila euro. In una lettera indirizzata al compagno, Losito scriveva di aver già tentato di togliersi la vita in passato e aggiungeva: «Sono corroso dai sensi di colpa, ieri ti ho mentito. Forse il rifiuto della realtà, la paura di ciò che è diventato ingestibile, il non volerti dare un pugno nello stomaco. La verità è che la banca ha assorbito tutti i soldi del conto Ares attraverso le rate vecchie in sospeso». In ballo ci sono infatti anche i debiti lasciati da Losito: l’esposizione con le banche ammonterebbe a circa 1,5 milioni di euro, ripianato in parte con la vendita di un appartamento a New York che, al netto delle tasse, è fruttato circa 1 milione di euro e altri 500 mila dovrebbero derivare dalla vendita di un loft a Milano che Losito aveva acquistato e completamente ristrutturato. «Ma il quadro è ancora da definire», precisò qualche mese fa l’avvocato Pesce a FqMagazine.