Nemmeno 24 ore dopo l’incontro chiarificatore tra Mario Draghi e Matteo Salvini, arriva la notizia di una telefonata tra il presidente del Consiglio e Silvio Berlusconi. Dei contenuti non esce oltre il consentito, ma la sostanza è chiara, soprattutto nella descrizione: “Lungo e cordiale colloquio telefonico con il presidente di Forza Italia“, fa sapere Palazzo Chigi e in serata twitta pure il numero uno azzurro. I due leader si sono scambiati riflessioni sull’attualità: il Cavaliere e il premier condividono “il percorso avviato sulla delega per la riforma fiscale” e soprattutto hanno discusso “delle prospettive legate alla ripresa economica in atto”.

Il presidente del Consiglio chiama Berlusconi nell’ambito delle consultazioni periodiche che ha con tutti i leader dei partiti della sua maggioranza. Ma è impossibile non notare la differenza di vedute tra il leader di Forza Italia e il segretario leghista, che proprio sulla revisione del catasto ha fatto temere uno strappo del Carroccio, non facendo partecipare i suoi ministri al Consiglio dei ministri che ha approvato il provvedimento martedì scorso. Del resto, sulla delega fiscale era emersa anche la chiara distanza tra Lega e alleati di Forza Italia, con tutta la delegazione (da Renato Brunetta a Mara Carfagna e Mariastella Gelmini) pubblicamente schierata in elogio al testo

Le frizioni tra Salvini e Draghi si sono poi ricomposte dopo il faccia a faccia nello studio al piano nobile di Chigi, con tanto di rassicurazione che nessuno ha intenzione di alzare le tasse. Pace confermata anche da Giancarlo Giorgetti: “Dopo il temporale viene sempre il sereno, fa parte delle regole della politica. Se Salvini è contento io sono contento, se Draghi è contento io sono contento, se Salvini e Draghi sono contenti io sono felice. Credo che sia un bene per tutti, è un bene per la Lega ed è un bene per il governo”.

Draghi chiude così la settimana più turbolenta da quando guida il governo. Nei prossimi quindici giorni arriveranno sul tavolo del Consiglio dei ministri (due riunioni a settimana, probabilmente) il decreto per la sicurezza sul lavoro, il decreto fiscale, la legge sulla concorrenza e naturalmente il documento programmatico di bilancio (Dpb) e la manovra. Intanto si riuniranno altre cabine di regia tematiche del Pnrr, su temi come sanità e infrastrutture. Il governo si prepara a varare una mole di misure ad alto tasso di conflittualità politica (si vedano dossier per quota 100 per la Lega e il cashback per il M5s), nel bel mezzo della corsa per i ballottaggi. Il premier dovrebbe risentire Enrico Letta, con cui ha avuto in questi mesi un confronto costante, Giuseppe Conte (“i nostri ministri lo sentono tutti i giorni, l’ho sentito anche io“), Matteo Renzi, con cui secondo fonti di Iv ha contatti “consueti e costanti”. Con Salvini c’è l’impegno a vedersi ogni settimana. “Il punto non è fare la corsa a chi sente più spesso Draghi ma lavorare con massima lealtà, ma anche con stimolo critico positivo”, sottolinea Conte, che dice di avvertire una “responsabilità” non verso il premier ma “verso i cittadini“.

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