"La Fiom da tempo lanciava l’allarme", sottolinea un comunicato del sindacato. "Ad agosto si è dimesso il manager del sito, l’unica figura dirigenziale di riferimento ai tavoli per la proprietà, e i lavoratori di fatto continuano a produrre piani cottura e altre attrezzature in autogestione. Ad oggi c'è la cassa integrazione, ma a gennaio terminerà e non ci sono possibilità di attivare nuovi ammortizzatori"
Un altro caso di liquidazione d’azienda con licenziamento dei dipendenti in Toscana, dopo quello di Gkn deflagrato in estate (la procedura è stata poi revocata dopo l’intervento del tribunale del Lavoro). La Giga Grandi Cucine di Scandicci (Firenze), acquisita nel 2008 dalla multinazionale americana Middleby Corporation. ha comunicato la decisione al sindacato venerdì. I 40 lavoratori che rischiano il posto hanno indetto sciopero e organizzato un presidio di protesta. In Regione era già in programma per lunedì il tavolo sulla vertenza con sindacato e azienda. “La Fiom da tempo lanciava l’allarme sulla Giga Grandi Cucine per il disimpegno su Scandicci”, sottolinea un comunicato del sindacato. “Ad agosto si è dimesso il manager del sito, l’unica figura dirigenziale di riferimento ai tavoli per la proprietà, e i lavoratori di fatto continuano a produrre piani cottura e altre attrezzature in autogestione. Ad oggi c’è la cassa integrazione, ma a gennaio terminerà e non ci sono possibilità di attivare nuovi ammortizzatori sociali”.
Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente Eugenio Giani, ha parlato di “doppia scorrettezza, doppio tradimento”, visto che la decisione è stata presa alla vigilia del tavolo convocato dal 28 settembre. “Middleby non si fa carico della responsabilità sociale d’impresa”, ha detto.
Intanto in Veneto, come raccontano Gazzettino e Il Giornale di Vicenza, va verso il fallimento l’azienda di abbigliamento Gas Jeans e i 200 lavoratori sono a rischio. Il fondo Corporate credit recovery II di Dea Capital, che è il maggior creditore, non ha infatti votato il piano di concordato dell’azienda che ha invece incassato il sì di tutti gli altri creditori tra cui la controllata del Tesoro Amco.