Tutti pazzi per i Gladiatori (quelli veri) al Mann. E quelli tirati a lucido (dal carrozziere) dall’artista Danilo Ambrosino
Armature rinvenute dalla caserma dei gladiatori di Pompei portate alla luce già negli scavi del Settecento, look di calzari e proteggispalla che potrebbero fare parte di una avveniristica collezione Gucci. Ricostruzione in digitale di allenamenti, combattimenti, alimentazione, dieta e cure mediche. Le performance dei gladiatori erano già organi di propaganda (panem and circensi). In mostra al Museo Archeologico fino al 6 gennaio.
Si cambia sala per mettersi in viaggio con Leib, il corpo vivente, la mostra/evento di Danilo Ambrosino, artista, gallerista e altro ancora (curatrice Olga Scotto di Vettimo). Sono migranti, profughi, gladiatori contemporanei, combattenti per la libertà, intenti a tessere una trama tragica, epica ed eroica. I chiari/scuri dei corpi evidenziano cicatrici come quelle degli antichi gladiatori. È la danza disperata di un’umanità vittima, sommersa, che galleggia nel vuoto che trova riscatto lì dove il corpo nella sua plastica bellezza è tirato a lucido, vernice nera su metallo. Come dire oppressi sì, ma dal fisico statuario. Curioso l’ultimo step di lavorazione di Danilo che porta l’opera dal carrozziere per l’ultima patina di verniciatura.
Alzare sempre il tiro come facevano i gladiatori nell’arena. Ci ha provato anche Bassolino con impietoso risultato. Adesso cosa farà da grande?
Propongo un gioioso quiz. Sottotitolo: quanto bene conoscete la storia della politica made in Sud?
1) Visto che GB ( il gladiatore Bassolino) è stato nominato Cavaliere di Gran Croce potrebbe fare il filatropo come Bill Gates.
2) Se parlasse l’inglese (chiudiamo un occhio sul suo accento afragolese) potrebbe fare il conferenziere alla Renzi. E raccontare di come è stato assolto da 19 processi per frode nella gestione dei rifiuti.
3) Potere assoluto per quasi vent’anni. L’unico politico al quale hanno dedicato un monumento Le Piramidi.
MiniTest per la generazione dei Gretini: Dove si trovano? In Egitto. Momento d’imbarazzo. “No, quelle di Bassolino fatte di monnezza è un home product”.
4) Potrebbe dedicarsi alla sua collezione d’arte contemporanea. Dicono che abbia pezzi pregiatissimi degli amici artisti che ha tanto tenuto impegnati nella ciclopica costruzione della Metropolitana. Tanta dedizione è stata premiata: la Metropolitana di Napoli è la più bella del mondo. Ma anche la più lenta, un treno ogni morte di papa.
5) Voleva che Afragola, il suo paese d’origine, diventasse il centro del mondo. Pensate chiamò personalmente l’Archistar Zaha Hadid
perchéfacesse della piccola stazione di provincia un megagalattico hub ferroviario della alta velocità. Doveva essere la “Porta del Sud”, costò una valanga di soldi pubblici. Uno snodo cruciale per chi veniva dal Nord. Invece è’ stato un flop, oggi si ferma solo qualche sparuto treno.
6) Fare il pensionato d’oro seduto su qualche panchina della sua stazione di Afragola, che come lui già mostra qualche segno di cedimento.
7) Altro (accetto suggerimenti).