"Se c’è da morire, da sacrificarsi per il popolo, moriremo. Qua non si tira indietro nessuno”. È uno dei messaggi che si leggono sul gruppo Telegram "IoApro", 13mila iscritti, attivo nell'organizzare la manifestazione di sabato scorso a Roma. Per martedì 12 ottobre, ad esempio, è in programma un blocco stradale generalizzato: “Munirsi di viveri e coperte”, si legge
“Dal 15 ottobre nessuno deve lavorare più finché non distruggiamo la dittatura intera, non solo il certificato schiavitù. Se c’è da morire, da sacrificarsi per il popolo, moriremo. Qua non si tira indietro nessuno”. È uno dei messaggi, pubblicati da Huffpost, che si leggono sul gruppo Telegram “IoApro“, 13mila iscritti, attivo nell’organizzare la manifestazione di sabato scorso a Roma, culminata nell’assalto alla sede della Cgil. Quella protesta era solo un assaggio, dicono: il resto arriverà a ridosso dell’entrata il vigore delle misure previste ultimo decreto sulla certificazione verde, che ne impone il possesso obbligatorio per accedere luoghi di lavoro. Per martedì 12 ottobre, ad esempio, è in programma un blocco stradale generalizzato: “Munirsi di viveri e coperte” si legge. Per aderire bisogna inviare una mail e indicare il luogo dove si intende creare il disagio: “Organizzeremo così i blocchi a tempo indeterminato delle principali arterie”. “Fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi”, si legge invece in un comunicato postato sul gruppo Telegram di Forza Nuova (2mila iscritti).
E ancora: “Il regime è in difficoltà, la giornata romana di sabato fa da spartiacque tra vecchio e nuovo, ma media mainstream, questure e partiti del sistema non sono in grado di leggere i fatti, (perché non gli conviene e hanno paura) e danno la croce addosso a un movimento politico che non rappresenta che una piccolissima componente delle centinaia di migliaia di italiani esasperati, perché minacciati nello stesso diritto elementare al lavoro e alla sopravvivenza, che hanno invaso prima piazza del Popolo e poi le strade del centro della Capitale per puntare ai palazzi dell’odiato potere”. Solo pochi giorni fa, su richiesta della Procura di Torino, il social aveva bloccato il gruppo “Basta dittatura”, 40mila iscritti, dove si accavallavano minacce contro medici, politici e giornalisti che avevamo promosso l’uso del pass. Il canale ha provato a riformarsi sotto il nome di “Basta dittatura – proteste”, con 9mila aderenti: in queste ore, nella chat, si commentano le reazioni all’irruzione di sabato: “Ecco le merde museruolati. I servi traditori di Cgil, leccaculi degli oligarchi”, scrivono gli admin commentando una foto in cui si vede Maurizio Landini, segretario del sindacato, in compagnia di altre persone davanti alla sede di corso d’Italia danneggiata.