Un déjà vu. Come nel 2020, a Merano al ballottaggio sarà una sfida tra Paul Rösch e Dario Dal Medico. L’anno scorso vinse il sindaco uscente dei Verdi per appena 37 voti ma poi, per una serie di veti incrociati di Svp e proprio delle liste civiche a sostegno di Dal Medico, non riuscì a formare la giunta. Anche oggi come allora al secondo turno saranno decisivi i voti dell’elettorato della Südtiroler Volkspartei. Non è bastato il nome di Katharina Zeller, figlia dell’ex senatore Karl Zeller e dell’attuale senatrice Julia Unterberger: la Stella Alpina resta nuovamente esclusa dal secondo turno, perdendo nel voto di lista altri 3 punti percentuali rispetto a un anno fa. Crolla anche la Lega, che in 365 giorni passa dal 10,6 al 3,9%. In generale, però, perdono tutti i partiti nazionali: Fratelli d’Italia, nonostante la candidatura di Alessandro Urzì, scende dal 5,6 al 3,9%; il Movimento 5 stelle praticamente sparisce, raccogliendo solamente lo 0,9 per cento. Il Pd sopravanza sia Lega che FdI, diventando il primo partito tra quelli “nazionali” con il 4,9% (rispetto però al 5,5 per cento di un anno fa).
A Merano il voto si è ancora maggiormente polarizzato ed è rimasto un voto etnico: l’elettorato di lingua tedesca si è diviso fra Verdi e Svp, mentre quello di lingua italiana si è concentrato soprattutto sulle due civiche di centrodestra a sostegno di Dal Medico, che come candidato sindaco ha raccolto il 32,7%. La coalizione multietnica di centrosinistra, con Rösch appoggiato anche dal Pd, dalla sinistra ecosociale e dal M5s, ha funzionato in termini generali – il primo cittadino uscente è arrivato primo con il 33,3% – ma è stata trainata dai Verdi, che sono la lista più votata con il 25,7%. Tra gli alleati, solo i dem hanno avuto un peso influente con i loro 695 voti. La sinistra è scesa all’1,3%, mentre la visita di Giuseppe Conte a Merano può aver giovato a Rösch, ma sicuramente non è bastata a rianimare il M5s locale, che ha ancora dimezzato le preferenze rispetto al 2020.
Dall’altro lato, i voti raccolti da tutte le liste di centrodestra italiane sono sostanzialmente rimasti quelli di un anno fa, anzi sono passati da un 39,2 a un 38,7%. Rispetto al 2020, però, molti elettori di Lega e FdI hanno premiato già al primo turno le due civiche per Dal Medico: Alleanza per Merano è schizzata dal 13,4 al 19,6%, anche La Civica per Merano ha guadagnato due punti percentuali. Per questo, il ballottaggio si preannuncia nuovamente molto tirato: se un anno fa i voti di scarto furono solo 37, quest’anno il primo turno si è deciso per appena 87 elettori. Dal Medico potrà contare appunto sul restante elettorato di destra italiano (il bacino di Lega e FdI), mentre Rösch pescherà sicuramente anche tra chi ha votato il Team K (2,7%).
La Svp, che ha raccolto il 19,4% dei voti (la candidata Zeller si è fermata al 18,3%), si ritrova nuovamente a giocare il ruolo di terza forza e ago della bilancia al secondo turno (si voterà il 24 ottobre). Visti i numeri, infatti, il bacino della Svp resta nettamente il più ampio. Un anno fa la Südtiroler Volkspartei a sorpresa si dichiarò “blockfrei“, lasciando libertà di voto ai suoi elettori al secondo turno. “Una coalizione coesa, progressista ed europeista, contro le destre più becere. La Svp decida in che campo stare”, ha detto l’ex ministro Boccia durante la sua visita a Merano qualche settimana prima del voto. Un corteggiamento proseguito anche da Conte, che ha incontrato proprio la senatrice Unterberger. Il successo della coalizione di centrosinistra multietnica – anche in una prospettiva provinciale (dove governa l’asse Svp-Lega e si torna al voto nel 2023) – passerà infatti soprattutto dall’esito del ballottaggio. Intanto però il primo rischio è che il 24 ottobre alle urne non si presenti quasi nessuno: già domenica l’affluenza è arrivata al 52% degli aventi diritto, contro il 57,3 delle precedenti elezioni comunali.