La durata del Green pass ottenuto attraverso un tampone non cambieranno prima dell’entrata in vigore dell’obbligo sui luoghi di lavoro. Il ministro della Salute Roberto Speranza respinge le pressioni arrivate da alcuni presidenti di Regione e dal leader della Lega Matteo Salvini. Quando mancano ormai pochi giorni al 15 ottobre, la linea quindi non cambia: “Dobbiamo lasciare il Green pass così com’è per il momento e poi potremo valutare ed eventualmente cambiare. Già oggi il tampone molecolare dura 72 ore”, ha detto il ministro a Che tempo che fa su Rai Tre.

Una risposta alla richiesta arrivata in chiaro da due governatori leghisti e dal segretario del Carroccio. Prima Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, quindi Salvini, sabato avevano avanzato l’ipotesi del “caos” per i milioni di lavoratori non vaccinati che dal 15 saranno obbligati a tamponarsi ogni due, al massimo tre giorni, per poter entrare sui luoghi di lavoro. “Il sistema di testing non reggerà”, è stata in sostanza la previsione dei presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, spalleggiati dal leader della Lega, che sul Green pass sono tornati a compattarsi. Da qui la richiesta di allungare la validità dei test antigenici rapidi, ora ferma a 48 ore, e di permettere l’auto-somministrazione in azienda dei tamponi così da alleggerire il peso per laboratori e farmacie alle quali i lavoratori si rivolgeranno da venerdì.

Alla fine sabato fonti della Conferenza delle Regioni, guidata dal leghista Fedriga, avevano lasciato filtrare una posizione univoca dei governatori che sposava la tesi del presidente, chiedendo un intervento del governo e preannunciando un’interlocuzione interna alla Conferenza fissata per mercoledì. Ma la visione non dev’essere compatta, almeno a giudicare dalla presa di distanze del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Ho una posizione opposta a quella dei governatori del nord che chiedono l’allungamento del Green pass con tampone – ha scritto sui social domenica – Favorire il rifugio nei tamponi di chi invece deve vaccinarsi è un errore. Solo con la vaccinazione possiamo ripartire in sicurezza”.

Sostanzialmente lo stesso pensiero di Speranza, che domenica sera ha usato parole molto chiare: “Le scelte fatte nelle ultime giornate sono frutto anche del fatto che il green pass consente maggiore sicurezza. Il 15 è un passaggio importante”. Senza chiudere ad eventuali modifiche in seguito: “Faremo una valutazione della tenuta dell’impianto che abbiamo costruito ma la sensazione è che la maggioranza delle persone abbia colto che il green pass è uno strumento di libertà”, ha concluso il ministro.

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