“Quando la qualità che tu invochi si disgiunge dalla quantità (il voto), la democrazia entra in crisi ed emergono i sintomi latenti della dittatura, come quella nella quale viviamo ai giorni nostri. Non credo di doverti spiegare il concetto”. Lo ha scritto, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, il presidente della Consob Paolo Savona in risposta al Comitato per l’autonomia e l’indipendenza della Banca Popolare di Sondrio che gli aveva chiesto un parere sulla situazione della banca guidata da Francesco Venosta e Mario Alberto Pedranzini. Il contenuto del messaggio era privato ma è finito sul sito del Comitato creando “malumore” nell’authority di vigilanza sui mercati di cui l’ex ministro per gli Affari europei è presidente dal 2019. Poi è stato rimosso.

La Popolare di Sondrio procede verso la trasformazione in società per azioni prevista dalla riforma varata da Renzi nel 2015 e la Bce “ha accolto con freddezza il progetto parallelo di introdurre il voto maggiorato“, scrive La Stampa. Repubblica aveva anticipato che secondo l’Eurotower il voto maggiorato sarebbe contro lo spirito della norma che punta a rendere più contendibili le grandi popolari.

Secondo Savona al contrario l’iniziativa del comitato “è perfettamente legittima“, ma – scrive – “temo che sarà il sasso nello stagno perché è la manifestazione del fatto, contro cui ci battiamo da decenni, che l’essere umano e le sue istituzioni intermedie (Tocqueville) sono sempre più preda degli organi collettivi della democrazia con conseguenze sui sistemi di libertà. Quando la qualità che tu invochi – aggiunge il presidente di Consob rivolgendosi all’economista Marco Vitale, promotore dell’iniziativa – si disgiunge dalla quantità (il voto), la democrazia entra in crisi ed emergono i sintomi latenti della dittatura, come quella nella quale viviamo ai giorni nostri. Non credo di doverti spiegare il concetto”.

Martedì pomeriggio Savona, in una nota, ha fatto sapere che quella lettera privata “rientra uno scambio di idee che da lungo tempo intrattengo con l’illustre studioso” Vitale. “Si tratta di idee liberali che sorprendono solo chi libero non è. Le idee sul dilemma tra libertà e dittatura – argomenta Savona – sono ampiamente riportate nel mio lavoro preparato in qualità di Jemolo Fellowship al Nuffield College di Oxford e pubblicato in italiano da Rubbettino (Dalla fine del laissez-faire alla fine della liberal-democrazia) e in inglese da Cambridge Scholars Publishing (Democracy, the State and the Market: Irreconcilability or Equilibration between Institutions?), che invito a leggere. Come ho scritto a Vitale, attribuisco questa deriva culturale verso forme coercitive all’indebolimento e talvolta scomparsa delle strutture sociali intermedie, compresi partiti, sindacati e associazioni, fondamento della democrazia (come ho ricordato richiamandomi a Tocqueville)”.

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