Approderà il 20 ottobre in Aula alla Camera la mozione del Pd – sottoscritta anche da Movimento 5 stelle e Leu – che impegna il governo ad adottare “i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista”. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, mentre una mozione analoga presentata al Senato non è stata ancora calendarizzata (ma potrebbe esserlo nella stessa data). Le prime firmatarie sono le capigruppo dem nei due rami del Parlamento, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Atti simili sono stati depositati da Riccardo Nencini e Davide Faraone, capigruppo alla Camera e al Senato di Italia viva-Psi, mentre una terza, presentata da Leu, è stata sottoscritta anche dalla senatrice a vita Liliana Segre.
Da parte loro, le forze di centrodestra di sviare il discorso annunciando – per bocca del capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida – “una mozione unitaria per sciogliere ogni organizzazione sovversiva, a prescindere dal suo colore, presente in Italia”. “I violenti vanno esclusi dalla vita politica italiana. Ma questo vale per tutti, bisogna condannare anche gli anarco-insurrezionalisti”, ha argomentato il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani. “Stanno buttando la palla in tribuna, perché le organizzazioni violente sono bandite dal codice penale: in questo momento si tratta di individuare quelle che sono in campo e che stanno producendo effetti pericolosi per la nostra democrazia”, commenta il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
La mozione dem ricorda come sia “fuor di dubbio che Forza Nuova sia un’organizzazione politica di estrema destra che si ispira al fascismo, come stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione (sezione V penale, 8 gennaio 2010, sentenza n. 19449) in cui si legge “Nonostante la fine del regime fascista, sono sopravvissute associazioni e organizzazioni politiche che, come Forza Nuova, si ispirano a questa ideologia e che (…) pretendono di tutelare la propria identità politica“. Quanto avvenuto il 9 ottobre scorso a Roma – argomentano i firmatari – rientra chiaramente tra le fattispecie previste dalla legge Scelba, ovvero l’uso della violenza quale metodo di lotta politica, il propugnare la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione, la denigrazione della democrazia e delle sue istituzioni”.