“C’è stato un accordo, una grande disponibilità ad agire e una convergenza di vedute” sulla necessità di “affrontare l’emergenza umanitaria” in modo unificato attraverso “un mandato alle Nazioni Unite, di tipo generale, per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente”. In un vertice fortemente voluto dal governo italiano, ma caratterizzato dall’assenza sia del presidente che del ministro degli Esteri russi, Vladimir Putin e Sergej Lavrov, e del capo dello stato cinese Xi Jinping, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato in conferenza stampa che si è trattato di un G20 fruttuoso, “un successo”. Spiegando anche che l’assenza delle due potenze al tavolo dei venti ‘grandi’ non è dovuto a motivi politici particolari.

Il premier ha ribadito la necessità di garantire la sopravvivenza del sistema bancario per garantire anche i pagamenti e un flusso di denaro costante alla popolazione, di impegnarsi nella salvaguardia dei diritti umani e, in particolar modo, delle donne, “tema sul quale non si può tornare indietro di 20 anni”, oltre ad evitare che il Paese diventi di nuovo un hub per il terrorismo internazionale.

Poco prima dell’intervento di Draghi, anche dalla Casa Bianca avevano diffuso le dichiarazioni del presidente Joe Biden, secondo cui “gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare con la comunità internazionale per affrontare la situazione in Afghanistan e sostenere la popolazione afghana”. Parole che arrivano nel giorno in cui si registra l’ultimo ed ennesimo assassinio nel Paese, questa volta nei confronti dell’attivista Abdul Rahman Moawin, ucciso oggi da uomini armati a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale afghana di Nangarhar, ritenuta la roccaforte dell’Isis. Non risultano, al momento, rivendicazioni.

A vertice ancora in corso, è arrivata però la notizia dell’impegno dell’Unione europea a fornire altri aiuti economici alla popolazione afghana per circa 1 miliardo di dollari. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta”. La situazione nel Paese, spiega la Commissione, si sta deteriorando, ponendo centinaia di migliaia di afghani a rischio con l’inverno in arrivo: “Siamo stati chiari sulle nostre condizioni per qualsiasi impegno con le autorità afgane, compreso il rispetto dei diritti umani – ha aggiunto – Ma il popolo afghano non deve pagare il prezzo delle azioni dei Talebani. Questo è il motivo per cui il pacchetto di sostegno afghano è per il popolo afghano e per i Paesi limitrofi che hanno fornito i primi aiuti”.

La Turchia ha invece sollevato il problema del flusso di migranti in fuga dal Paese, con il presidente Recep Tayyip Erdogan che nel suo intervento ha avvertito che “la pressione migratoria che la Turchia subirà ai suoi confini meridionali e orientali colpirà inevitabilmente i Paesi europei“. Ha poi aggiunto che “la Turchia non può permettersi un nuovo flusso di migranti dall’Afghanistan”. Anche per questo Draghi ha ribadito che “il coinvolgimento dei Paesi vicini è essenziale, è stato un punto sollevato subito soprattutto dalla Russia ma accettato da tutti. Bisogna che i Paesi di contorno all’Afghanistan siano coinvolti in questa risposta in tanti modi. Centinaia di migliaia, forse milioni di migranti sono andati finire nei Paesi vicini che, senza desiderarlo, si trovano coinvolti a gestire una realtà nuova che non è finita, perché le migrazioni continueranno. Per questo bisogna rispondete immediatamente”.

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