I vertici dell'azienda avevano annunciato i licenziamenti in seguito alla cessazione di attività e chiusura dello stabilimento con un telegramma inviato ai dipendenti. Ed era proprio la forma della comunicazione scelta ad aver scatenato le proteste dei sindacati che l'avevano ritenuta illegittima e in violazione del contratto nazionale dei metalmeccanici
Nessuna illegittimità e si può quindi procedere al licenziamento collettivo di 152 dipendenti della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza. Lo ha deciso il Tribunale di Monza bocciando il ricorso presentato da Fiom Cgil Brianza, Fim Cisl Milano-Brianza e Uilm Milano Monza Brianza che avevano chiesto, il 29 luglio scorso, di verificare che la decisione dell’azienda fosse legittima. La Uilm, dal canto suo, ha già annunciato ricorso in appello.
I vertici della Gianetti Fad Wheels avevano annunciato i licenziamenti in seguito alla cessazione di attività e chiusura dello stabilimento con una mail inviata ai dipendenti nella quale si leggeva: “Con la presente le comunichiamo che, a seguito dell’avvio della procedura di chiusura del sito di Ceriano Laghetto a far data 5.7, lei sarà posto in ferie fino a nostra differente comunicazione”. Ed era proprio la forma della comunicazione scelta ad aver scatenato le proteste dei sindacati che l’avevano ritenuta illegittima e in violazione del contratto nazionale dei metalmeccanici.
Venuti a conoscenza della sentenza, Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Vittorio Sarti, segretario della Uilm di Milano, hanno dichiarato in una nota che “con grande rammarico e con amara sorpresa apprendiamo che il tribunale di Monza ha respinto il ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori contro la procedura di licenziamento per la chiusura del sito brianzolo. La sentenza purtroppo colpisce 152 lavoratori, precipitandoli nella disperazione e condannandoli a un licenziamento che noi continuiamo a reputare ingiusto. Ci riserviamo di impugnarla, dopo averne accuratamente analizzato le motivazioni con i nostri legali. Ma di certo, in ogni sede giudiziaria o sindacale o istituzionale che sia, proseguirà la nostra battaglia per fermare l’atteggiamento predatorio di quelle imprese che si dimostrano prive di ogni responsabilità sociale”