Giuliano Castellino non è stato fermato in piazza del Popolo, nonostante avesse messo la Cgil nel mirino durante il suo discorso dal palco della manifestazione No green pass, perché sarebbe stato un rischio per l’ordine pubblico. Chiamata a rispondere durante il question time alla Camera, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato così quella che è stata la decisione presa dagli apparati di sicurezza sabato prima che il corteo, con in testa Forza Nuova, assaltasse la sede del sindacato e scatenasse poi la guerriglia nel centro di Roma. Una ricostruzione che ha provocato l’attacco di Giorgia Meloni arrivata ad evocare gli anni più difficili per il Paese: “Sapeva e non ha fatto nulla, è strategia della tensione”, ha replicato la leader di Fratelli d’Italia in Aula a Montecitorio.

“Gli elementi già acquisiti – ha detto la ministra rimandando all’informativa del 19 ottobre per una ricostruzione dettagliata – consentono di focalizzare la figura di Giuliano Castellino, il quale anche in tale circostanza si è evidenziato per un deciso protagonismo rilevatosi soprattutto in occasione del suo intervento in piazza del Popolo allorché ha preso la parola facendo riferimento alla volontà di indirizzare il corteo verso la sede della Cgil”. Ma in quel momento, ha aggiunto Lamorgese, la scelta di fermarlo “non è stata ritenuta percorribile” dai “responsabili dei servizi di sicurezza”, perché “in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico”.

Parole che hanno provocato l’attacco di Meloni: “Lamorgese dice che sapeva e non ha fatto nulla. Se fino a ieri pensavano la sua fosse sostanziale incapacità oggi la tesi è più grave: quello che è accaduto è stato volutamente permesso e questo ci riporta agli anni già bui”, ha esordito nella sua risposta la segretaria di Fdi. “È stato calcolo, siamo tornati alla strategia della tensione”, ha accusato giudicando la spiegazione della ministra “non semplicemente insufficiente ma offensiva delle forze dell’ordine”. Gli agenti (“sette”, ha sottolineato) “lasciati a prendere le bastonate davanti alle Cgil sono un fatto indecente ed offensivo di quella gente e di questo Parlamento non fatto di imbecilli”.

Riguardo alla dinamica dei fatti, Lamorgese ha rimandato alla “dettagliata informativa” già programmata per il 19 ottobre che “si avvarrà delle relazioni che ho chiesto immediatamente” al capo della Polizia Lamberto Giannini e al prefetto di Roma Matteo Piantedosi. La condotta di Castellino, “evidenziatasi in seguito anche in occasione dell’assalto alla sede della Cgil”, ha proseguito la ministra, “ha portato poi all’arresto in flagranza differita insieme ad altri esponenti di Forza Nuova e facinorosi”. La sua posizione, ha detto ancora, è “attualmente al vaglio della magistratura inquirente per le gravissime contestazioni che gli sono state mosse”, insieme al segretario di Forza Nuova Roberto Fiore e gli altri vertici del movimento.

“Noi siamo distanti anni luce da qualsiasi movimento sovversivo, in particolare Forza Nuova perché le scelte di queste organizzazioni sono sempre sinistramente proficue per una sinistra – è stato l’affondo di Meloni – che facendo accostamenti inesistenti dice che il partito della destra repubblicana, il primo partito italiano, è un partito eversivo e quindi va sciolto”. Il suo attacco è quindi proseguito: “È inoltre proficuo per un governo che fa finta di non vedere che sabato in piazza c’erano persone manifestavano il loro dissenso per non avere un lasciapassare del governo e vedere riconosciuto un loro diritto al lavoro”. E ancora: “È funzionale a voi, lo avete consentito e questa è vergogna. Allora, cari colleghi, non ci fate la lezione perché voi siete la cosa che più sinistramente assomiglia a un regime”.

Per quanto riguarda lo scioglimento di Forza Nuova, richiesto da una mozione e sul quale il governo non ha finora chiuso le porte, Lamorgese è stata cauta: “È doveroso rilevare come si tratti di un tema di eccezionale rilevanza politico-giuridica di estrema complessità e delicatezza, lo testimonia peraltro la limitata casistica applicativa della legge Scelba”. La questione, ha concluso la ministra, è “attualmente alla particolare attenzione del governo, la cui azione collegiale potrà indirizzarsi anche sulla base delle valutazioni della magistratura nonché delle indicazioni del Parlamento a seguito della mozione già calendarizzata”.

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