Baba Vanga qui, Baba Vanga là, Baba Vanga su e Baba Vanga giù. È bastato un lancio – all’origine dovrebbe esserci un sito turco e poi alcuni rilanci da siti sudamericani, ma la verifica è complessa – e la chiaroveggente bulgara Baba Vanga è tornata sulla cresta dell’onda del sensazionalismo web. Che avrebbe predetto Baba Vanga, morta peraltro nel 1996? Che ci sarà un’altra pandemia nel 2022. Ovviamente la news che gira online su mille siti web, e che viene rimescolata tra tanti legittimi “nuclei di verità” attorno alla questione pandemica, non ha uno straccio di fonte che una anche perché Baba Vanga, tenetevi forte, non ha lasciato alcun testo scritto su possibili avvenimenti futuri rispetto alla sua morte.
Baba Vanga, oltretutto, era semianalfabeta e il suo culto si è retto, peraltro questo sì con una strana tolleranza dei vertici del partito comunista sovietico pre 1989, soltanto grazie ad un incessante passaparola durato decenni. Insomma, non c’è un documento originale, pubblicato (o magari taroccato), conosciuto, sul quale la signora Vangeiya Pandeva Gushterova ha lasciato ai posteri alcuna indicazione. Un sito turco parla di misteriosi documenti del governo bulgaro, i sudamericani preferiscono citare fantomatici “interpreti” delle parole dette in vita dalla donna. Insomma, quello che leggerete sul web in queste ore, e per gli anni a venire, un po’ come si fa con le cosiddette “profezie di Nostradamus”, non ha fondamento alcuno, nemmeno, appunto di soggettiva e personale preveggenza. Né “gli esseri umani si abitueranno a un nuovo virus”, né a “molti disastri naturali”, e nemmeno “molti esseri viventi vengono distrutti qui. Non solo, i sopravvissuti moriranno per una grave malattia”. Nulla di tutto questo è stato predetto da Baba Vanga. Poi magari accade qualcosa del genere accade. Ma questo è un altro discorso.