Gli Stati Uniti a novembre riapriranno le loro frontiere per chi è completamente vaccinato. La data precisa – fa sapere la Casa Bianca – sarà resa nota a breve, sia per i voli internazionali da Unione Europea e Regno Unito, sia per i viaggi via terra e via mare da Canada e Messico. I confini Usa erano chiusi alla maggior parte degli stranieri da 19 mesi, per limitare la diffusione del Covid-19. Era possibile entrare nel Paese solo per spostamenti essenziali, legati al lavoro o al commercio. Le nuove regole invece – ha detto il segretario alla sicurezza interna Alejandro Mayorkas – consentiranno l’ingresso a chiunque, indipendentemente dal motivo. La decisione di Washington è stata accolta con gioia dai lavoratori, aziende e famiglie costrette alla separazione e in attesa di ricongiungersi.

Le economie degli stati di confine sono state molto danneggiate, secondo i governatori, ma gli effetti si sono visti su tutto il territorio. Secondo il gruppo commerciale US Travel Association, la spesa per i viaggi nel 2020 è scesa quasi della metà rispetto a quella del 2019 ed è stata di 600 miliardi. Sia il Messico che il Canada chiedevano da mesi di allentare le restrizioni: in particolare lo Stato del nord America, con la frontiera terrestre più lunga del mondo – 8.900 chilometri – lo aveva già fatto lo scorso 9 agosto.

I Centers for Disease Control and Prevention fanno sapere che saranno riconosciuti tutti i vaccini approvati dall’Organizzazione mondiale della sanità, non solo quelli in uso negli Stati Uniti (Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson). Sarà perciò approvato anche AstraZeneca, molto usato in Canada e in Europa. È ancora in corso la formalizzazione della procedura necessaria per l’ammissione di chi ha ricevuto una vaccinazione eterologa (cioè: due farmaci diversi). Chi entrerà in auto, treno, nave o traghetto, dovrà provare di essere immunizzato alla dogana. Mentre per chi vola sarà necessario presentare un tampone antigienico o molecolare negativo prima di salire a bordo dell’aereo. All’arrivo in aeroporto negli Usa non servirà nessun test. Per l’uscita invece non è prevista nessuna norma.

Alcune categorie di lavoratori che non si sono vaccinati avranno a disposizione del tempo aggiuntivo per farlo. Per i camionisti, per esempio, l’obbligo scatterà solo a gennaio. Le autorità sperano così di ridurre al minimo le perdite e le interruzioni dei servizi. Parallelamente, Washington sta lavorando per imporre anche ai suoi cittadini – oltre 100 milioni ancora senza vaccino – misure più restrittive: il Dipartimento per il lavoro ha completato una bozza di provvedimento per imporre ai datori di chiedere test settimanali a chi non ha avuto l’iniezione. Di contro, anche il Messico ha messo in campo controlli all’ingresso, mentre il Canada chiede come prova di vaccinazione un test negativo, fatto prima di 72 ore dall’ingresso nel Paese. Chi cercherà di varcare illegalmente la frontiera – hanno avvertito i funzionari – verrà espulso.

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