Genova, il collettivo dei portuali: “Qui il 30% non ha il green pass. Il 15 ottobre? Si rischia la paralisi, noi saremo in presidio accanto a chi resta fuori”
A Genova come a Trieste, al porto non tira aria buona in vista dell’obbligo di green pass previsto per tutti i lavoratori a partire da venerdì. Da parte delle organizzazioni sindacali la richiesta di mediazione con i terminalisti, in trattativa in queste ore e già concessa da alcuni di loro, è quella di ottenere i tamponi gratuiti per quel 20-30% stimato di lavoratori che rifiutano il vaccino (senza certificati di esenzione), a spese delle aziende.
Contro il green pass ma anche molto determinati a prendere le distanze dalle modalità di protesta che si sono viste a Roma: “L’obiettivo dei fascisti è cavalcare le paure della gente per fare propaganda, e prendersela con le organizzazioni dei lavoratori è un totale controsenso – spiegano dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali – noi siamo contrari a uno strumento che divide i lavoratori e chiediamo che le spese di questo dispositivo non siano a carico dei dipendenti, ma lo facciamo per solidarietà ai colleghi che, con situazioni contrattuali precarie, rischierebbero di avere pesanti ripercussioni sul futuro lavorativo”.