Gli scioperi, le agitazioni, le proteste che si annunciano contro il green pass dal 15 ottobre in diversi settori destano la “particolare preoccupazione” del Garante che ha invitato la Federazione italiana sindacati intercategoriali e la Confederazione sindacati autonomi a revocare l’astensione dal lavoro proclamato da venerdì a mercoledì 20 ottobre. La stessa commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha inviato una nota alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in cui ha prospettato il “possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti“.
La stessa nota è stata inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai presidenti delle Camere Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, ai sindacati, a diversi ministeri e ad altre organizzazioni. La lettera, firmata dal presidente della commissione Giuseppe Santoro Passarelli, sottolinea tra le altre cose il “mancato rispetto del termine di preavviso” e il “mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva” nel proclamare gli scioperi. La Commissione segnala anche che, “in seguito alla eventuale apertura della procedura di valutazione, accerterà ogni altra violazione che dovesse emergere”.
I settori più sensibili sono quelli dei porti, della logistica, del trasporto merci. Un’agitazione che fa pensare a un possibile “venerdì nero“. Il Viminale ha posto sulla questione, naturalmente, la “massima attenzione”. Anche perché la linea espressa da Palazzo Chigi è che non c’è un’opzione B: si va avanti col green pass. Nella serata di mercoledì dalla presidenza del Consiglio sottolineano che non ci si aspetta il caos, non ci sono allarmi marcati in vista di venerdì, non si temono supermercati vuoti e porti bloccati. Solo giovedì si avrà contezza se l’impatto dell’obbligo nei luoghi di lavoro porterà un’aumento di vaccinazioni o un’impennata di richieste di tamponi cui far fronte. Ma le situazioni più complicate emergono già a Trieste (dove il 40 per cento dei 950 portuali non ha il green pass) ma anche Genova. Nel capoluogo ligure, però, un punto d’incontro sui tamponi l’hanno trovato, spiega il capo dei camalli, il console Antonio Benvenuti: i portuali potranno farli ad un prezzo ulteriormente ridotto grazie ad un accordo con due farmacie. Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino. A Palermo solo il 7% dei 450 lavoratori non è vaccinato.
Ma poi ci sono anche i trasporti. Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè che usa parole a metà tra l’allarme e la minaccia. “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto”. Bisognerà poi vedere cosa accadrà nelle fabbriche e nelle grandi aziende – all’Elettrolux, dove il 23% dei 1.430 dipendenti non ha il pass è già stato annunciato uno sciopero di 8 ore – e nelle aziende del trasporto pubblico. A Roma, ad esempio, il sindacato Orsa ha fatto dei conti: per creare problemi a metro e treni locali basta che il 5-10% del personale sia assente. E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il 10 e il 20%.
Infine il capitolo manifestazioni e cortei. Sulle chat di Telegram dei “No pass“, monitorate costantemente, se ne annunciano a centinaia, un po’ ovunque. C’è in particolare il problema di sabato quando è in programma anche la manifestazione antifascista organizzata in solidarietà con la Cgil dopo l’assalto dell’altra settimana. Il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, coordinato dal prefetto Matteo Piantedosi, vuole evitare un nuovo sabato nero e ha deciso n’intensificazione dell’attività di prevenzione, rafforzando sia il controllo del territorio sia della rete e dei social e si è disposto un innalzamento delle misure di vigilanza agli obiettivi sensibili, a partire dalle sedi istituzionali. All’orizzonte spunta anche il vertice del G20 di 30 e 31 ottobre: ampi settori della Capitale, viene annunciato, saranno dichiarati zona rossa.