Il 24 gennaio di tre anni fa, l'Anticorruzione sancì "la sussistenza di una situazione di incompatibilità […] tra l’incarico di responsabile di area in un ente locale [...] e quello di assessore in un Comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti". L'architetto ha ricoperto fino a pochi giorni fa il ruolo di direttore dell'Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree di Palazzo Marino. Contattato da Ilfattoquotidiano.it non ha risposto
Nemmeno una settimana ed ecco le prime grane per la giunta di Milano guidata da Beppe Sala. Il nuovo assessore all’Urbanistica del Comune, Giancarlo Tancredi, si trova in una situazione di incompatibilità, almeno stando a una delibera dell’Anac del 2018. Il 24 gennaio di tre anni fa, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata oggi da Giuseppe Busia e all’epoca da Raffaele Cantone, sancì “la sussistenza di una situazione di incompatibilità […] tra l’incarico di responsabile di area in un ente locale […] e quello di assessore in un Comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti”. Nella delibera l’Anac non fa mai riferimento né alle espressioni “dimissioni” né “aspettativa non retribuita”, come discrimine per poter assumere l’incarico. L’unica possibilità è quella di diventare assessore in un ente locale appartenente a una Regione diversa.
L’architetto Tancredi è stato fino a pochi giorni fa uno dei massimi dirigenti dell’Urbanistica milanese, ricoprendo il ruolo di direttore dell’Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree di Palazzo Marino. È lui l’uomo che mette le firme che contano sul futuro immobiliare e urbanistico di Milano. Già al centro di partite cruciali, come la riqualificazione degli scali ferroviari dismessi, quella dell’ex Pirellino in mano a Manfredi Catella, ma soprattutto il progetto di rifacimento dello stadio San Siro e quartiere adiacente da parte di Milan e Inter. Dove Giancarlo Tancredi è stato il Presidente della Conferenza dei Servizi e Responsabile Unico del Procedimento (Rup) per fornire un parere tecnico dopo aver acquisito decine di documenti, non tutti favorevoli al nuovo “Meazza”, da soggetti come A2A, Unareti, Regione Lombardia, Agenzia Tutela Salute, Coni, le Direzioni Appalti, Sport, Economia e molte altre del Comune di Milano.
Tancredi è uomo di fiducia del sindaco e del potente direttore generale Christian Malangone. Sala lo ha voluto al suo fianco dopo averlo conosciuto “da quando facevo il city manager” con Letizia Moratti, ha detto presentando la “squadra” alla stampa il 9 ottobre. Il problema è che la delibera Anac, su questo punto, è chiarissima e lascia poco spazio alle interpretazioni: nelle città con popolazione superiore a 15mila abitanti nessun responsabile di Area può diventare assessore o assumere incarichi come componente dentro istituzioni quali “Giunta e Consiglio della Regione” ma anche “Provincia o di una forma associativa tra Comuni avente la medesima popolazione, ricompresi nella stessa regione dell’amministrazione locale che ha conferito l’incarico” e “organi di indirizzo negli enti di diritto privato in controllo pubblico da parte della Regione”.
Adesso la sua nomina è stata segnalata all’Anac con un esposto da Sergio Brenna, urbanista, candidato alle comunali del 3-4 ottobre con Milano in Comune, lista di sinistra che non ha eletto nessuno. Il perché di questa scelta, che potrebbe essere in contrasto con l’Anticorruzione, per la delega più “politica” che esista in un Comune è oggetto di discussione nella politica cittadina. In particolare alla luce del fatto che l’ex dirigente scegliendo di fare l’assessore andrà a perdere circa 200mila euro in cinque anni di stipendio e che la scelta più ovvia per il nuovo numero uno dell’Urbanistica sarebbe dovuta ricadere in continuità con il mandato precedente su Pierfrancesco Maran, il “Mister Preferenze” del Partito democratico, il più votato di tutta Italia con oltre 9mila consensi personali. Sulla testa di Maran pendeva una fatwa, anzi due: da una parte quella di Sala che non voleva assessori al terzo mandato (ma poi ha dovuto accettare Maran alle Politiche abitative), dall’altra l’opposizione al politico dem di alcuni fra i più influenti immobiliaristi meneghini che, come raccontato da Il Fatto Quotidiano, ne avevano chiesto la testa nei loro consessi privati.
Per giorni si è pensato che la scelta dell’Urbanistica sarebbe ricaduta su Filippo Barberis, capogruppo Pd in consiglio comunale, o sull’architetto Gabriele Rabaiotti della Lista Sala, già assessore alla Casa. Si è scelto Tancredi. Un tecnico, che stando alla delibera dell’Anac del 2018 sarebbe incompatibile. Tra le altre cose, due dei più stretti collaboratori di Tancredi all’Urbanistica, Giuseppe Gagliardo e Carolina Romanelli, lavorano oggi per uno dei più potenti studi legale di diritto immobiliare e urbanistico, Belvedere Inzaghi & Partners. Hanno curato gli aspetti giuridico-amministrativi nelle partite su Scalo Romana, Pirellino, vendita da un miliardo del patrimonio dell’Enpam e numerose altre. Gagliardo in Comune si è occupato di pianificazione attuativa, housing sociale, valorizzazione di aree e immobili pubblici (Porto di Mare, Cascine comunali, Ostello convenzionato), convenzionamento urbanistico di servizi abitativi come lo student housing, una delle galline dalle uova d’oro del Recovery Plan italiano, ha preso parte al gruppo di lavoro per l’attuazione di “Reinventing Cities” e alla stesura delle norme di attuazione del Piano di Governo del Territorio di Milano. Carolina Romanelli, una delle massime esperte in città, è stata nominata nel 2021 dal sindaco Sala anche nel consiglio di amministrazione di M4. Ilfattoquotidiano.it ha contattato il neo assessore per chiedere se si fosse dimesso dall’incarico dirigenziale o avesse intenzione di farlo o se si fosse messo in aspettativa. Nell’albo pretorio del Comune, dove ci sono tutti gli atti aggiornati al 12 ottobre, l’atto formale di dimissioni o aspettativa non c’è. Al momento della pubblicazione, Tancredi non ha per il momento risposto.
Riceviamo e pubblichiamo
L’Ufficio stampa del Comune di Milano non ha ricevuto alcuna richiesta di chiarimento da parte del giornalista Francesco Floris, né via mail né via telefono. L’articolo in oggetto è stato scritto senza alcuna verifica, se non un tentativo (non riuscito) da parte del giornalista di mettersi in contatto diretto con l’architetto Tancredi, il quale, come si evince dall’assenza di sue dichiarazioni sui giornali, ha deciso di non concedere interviste e commenti in questi giorni su nessun argomento.
Fatta questa premessa, se ci fosse stato chiesto, avremmo volentieri spiegato che nei casi di incompatibilità tra ruoli previsti dalla legge, è il diretto interessato a dover scegliere, entro un termine di 15 giorni, quale incarico ricoprire. In particolare, nel caso dell’architetto Tancredi l’accettazione formale dell’incarico come assessore alla Rigenerazione Urbana è avvenuta solo dopo che la sua richiesta di collocamento in aspettativa come Dirigente del Comune di Milano era stata accolta. Quindi non sussisteva al momento del conferimento dell’incarico, e non sussiste tuttora, alcun motivo di incompatibilità.
Ufficio stampa del Comune di Milano
L’assessore Tancredi è stato contattato da ilfattoquotidiano.it sul suo numero privato sia telefonicamente che per messaggio Whatsapp (che è stato visualizzato), ma non ha ritenuto opportuno rispondere né direttamente né indirettamente attraverso l’ufficio stampa pur avendo chiaro il tema della richiesta. L’intenzione era esattamente chiarire gli aspetti a cui l’ufficio stampa ha risposto dopo la pubblicazione (F.F.)