Tanta voglia di andare in campo. Sì, e probabilmente anche tanta voglia di finire su questa rubrica quella che spinge calciatori dilettanti e non solo (soprattutto non solo come vedremo) a tirar fuori il meglio (a seconda del taglio) di sé pur di vedere il proprio nome o il proprio identificativo all’anagrafe animale comparire tra queste righe bucoliche, a tratti agresti e che cozzano un po’ con le nuove tecnologie. Non c’è fretta: siamo appena ripartiti, staremo assieme a lungo…o almeno si spera.

L’ARIETE DELLA SQUADRA
Come detto la voglia di campo è tanta, tantissima. A costo di fare invasione. E così a Scurelle, in Trentino, si è dovuta fermare l’amichevole tra la squadra Juniores del Telve (e ringraziamo la società per averci concesso le immagini) e gli Allievi dell’Ortigaralefre. Il motivo? Un gruppo di capre ha fatto irruzione nel rettangolo di gioco, per nulla spaventate dai ragazzi che giocavano a pallone e dunque nemmeno troppo intenzionate ad abbandonare il campo per lasciar giocare i ragazzi. Con l’arbitro inerme e a braccia conserte l’unico che sembrava avere un ascendente sugli ovini sembrava il portiere del Telve: d’altronde è nel suo destino domare gli arieti avversari.

CAPRE
E dal Piemonte invece arriva un esempio diverso di capre, stavolta titolo conquistato sul campo, è il caso di dirlo. Accade in Prima categoria, con la multa comminata alla Ce.Ver.Sa.Ma. Biella perché “si riconosce la responsabilità oggettiva della società ospitante per i danni arrecati al cellulare di proprietà dell’arbitro (trovato al termine della partita immerso nel lavandino con l’acqua aperta), per non aver correttamente vigilato ed impedito l’accesso di soggetti terzi allo spogliatoio”. Luddismo, lotta alle nuove tecnologie oppure oscurantismo caprino?

IL TENTATIVO FALLITO
Sempre dal Piemonte arriva un bel mix di “bestialità domenicale” con un calciatore del Solero, squadra di Prima categoria, squalificato perché “per condotta violenta e gravemente antisportiva. A seguito di un fallo subito dall’avversario, finge di volerlo aiutare ed invece gli stringe con forza un orecchio e lo tira. Non pago di ciò, al termine della gara avvicina l’arbitro chiedendogli di ‘segnare espulso‘ un compagno al suo posto, per non saltare partite”. Ricorda quasi il bel personaggio di Raffaele Aiello del film di Lina Wertmuller “Io speriamo che me la cavo” nella celebre battuta “E mettetemi presente”.

PRESIDENTI BESTIALI
Di tutt’altra risma quanto accaduto negli spogliatoi dell’Olimpia, squadra honduregna impegnata in Concacaf League: qui in un video viene immortalato Ron Brunswijk, presidente della squadra del Suriname Inter Moengotapoe distribuire biglietti (che sembrano soldi) ai calciatori prima della partita. Partita in cui ha anche giocato (e perso 6 a 0) diventando a quasi 61 anni il calciatore più anziano a prendere parte a una gara internazionale tra club. Entrambe le squadre sono state squalificate dalla competizione, ma in ogni caso Ron non avrebbe potuto giocare la gara di ritorno in Honduras: e qui i comunicati dei nostri amati giudici sportivi non c’entrano…bisogna alzare il tiro e guardare quelli dell’Interpol, che lo cercano per traffico di droga.

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