La requisitoria è durata sette ore. Il direttore scientifico del centro studi piemontese Hansel&Gretel deve rispondere delle accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente).
Il pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, ha chiesto sei anni nei confronti dello psicoterapeuta Claudio Foti, uno degli imputati del processo nato dall’inchiesta sul presunto sistema di affidi illeciti di minori a Bibbiano nella val d’Enza reggiana. La requisitoria è durata sette ore. Il direttore scientifico del centro studi piemontese Hansel&Gretel deve rispondere delle accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente).
Nella prossima udienza sarà dato spazio alle repliche della difesa con la parola agli avvocati Giuseppe Rossodivita e Girolamo Andrea Coffari che difendono Foti, che ha scelto il processo in abbreviato. Per l’11 novembre sono previste le sentenze per Foti e per l’altra imputata che ha scelto il rito alternativo, Beatrice Benati, assistente sociale dell’Unione val d’Enza, per la quale la pm aveva chiesto un anno e sei mesi di condanna con le accuse di violenza privata e tentata violenza privata. Saranno le prime sentenze del processo se si esclude il patteggiamento a un anno e otto mesi (pena sospesa) di Cinzia Magnarelli, assistente sociale sempre dell’Unione val d’Enza, rea confessa e accusata di falso ideologico e frode processuale. Per gli altri imputati il giudice per l’udienza preliminare deciderà se rinviare a giudizio o prosciogliere.