Era accusato di essere l'autore materiale dell'omicidio di Francesco Traiano, il titolare del bar Gocce di Caffè nel capoluogo dauno, morto il 9 ottobre dello scorso anno dopo essere rimasto gravemente ferito durante una rapina compiuta il 17 settembre all'interno del suo locale. Il 18enne ha confessato il delitto spiegando che ebbe "una colluttazione, finii contro il bancone e sferrai la coltellata, ma non volevo colpirlo all’occhio"
Sedici anni di reclusione. È la condanna inflitta dal Tribunale dei minorenni di Bari a un 18enne foggiano, all’epoca dei fatti minorenne, accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio di Francesco Traiano, il titolare del bar Gocce di Caffè nel capoluogo dauno, morto il 9 ottobre dello scorso anno dopo essere rimasto gravemente ferito durante una rapina compiuta il 17 settembre all’interno del suo locale. Il giovane è stato ritenuto colpevole dal giudice per l’udienza preliminare di omicidio volontario, concorso in rapina aggravata e di furto.
Nel corso del processo il 18enne ha confessato il delitto spiegando che con Traiano ebbe “una colluttazione, finii contro il bancone e sferrai la coltellata, ma non volevo colpirlo all’occhio”. Il suo difensore, Francesco Sant’Angelo, ha annunciato ricorso in appello in cui ribadirà la richiesta di messa alla prova del giovane. La difesa aveva chiesto anche che il reato principale di omicidio volontario fosse derubricato in omicidio preterintenzionale.
Il ragazzo venne arrestato dalla polizia il 25 febbraio scorso insieme ad altri quattro giovani foggiani: Antonio Bernardo di 24 anni, i 21enni Christian Consalvo e Antonio Tufo, Simone Pio Amorico di 22 anni, accusati a vario titolo di concorso anomalo in omicidio (Consalvo, Tufo e Bernardo), furto, rapina e incendio dell’auto. Amorico invece deve rispondere solo di favoreggiamento. Dagli atti dell’inchiesta della Squadra mobile di Foggia guidata dal vice questore Mario Grassia, secondo il gip, emergeva che quel pomeriggio il 17enne, Tufo e Bernardo hanno fatto irruzione nel locale, mentre Consalvo è rimasto fuori alla guida dell’auto.
I tre erano tutti a volto coperto con passamontagna e solo il 17enne impugnava un coltello. “Il minore spalleggiato da Bernardo – spiegò la pm Rosa Pensa della Procura di Foggia – si è avventato sulla vittima colpendola ripetutamente al volto e continuando a sferrare calci anche quando Francesco Traiano si è accasciato al suolo”. Nei momenti di concitazione – ricostruirono gli investigatori – Tufo ha scaraventato contro un dipendente del bar un posacenere. Arraffato il bottino fuggirono a bordo della Fiat Punto rubata il giorno prima a Foggia.