Quello che voleva essere un attacco diretto alla sindaca uscente di Roma, Virginia Raggi, si è rivelato un boomerang per l'esponente di Italia Viva, ma soprattutto titolare del dicastero che si occupa anche della parità di genere. "Non si critica l’operato di una fascia tricolore inserendo tra i criteri di valutazione il genere, uomo o donna che sia", ha ribattuto il capo politico M5s
“Nelle venti grandi città al voto nessuna donna eletta perché prima di tutto c’era una minor presenza di candidate donna e non sempre le candidate donna hanno dimostrato di essere all’altezza del ruolo che dovevano svolgere, penso al caso di Roma“. Quello che voleva essere un attacco diretto alla sindaca uscente di Roma, Virginia Raggi, si è rivelato un boomerang per Elena Bonetti, esponente di Italia Viva ma soprattutto ministro per le Pari Opportunità. Ospite di The Breakfast Club su Radio Capital, Bonetti è stata chiamata a commentare lo scarso ricorso a candidature femminili alle ultime amministrative, ma le sue parole hanno provocato le accuse del capo politico dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, che su Facebook è intervenuto in difesa della prima cittadina di Roma: “Questa frase rivela la tipica concezione maschilista per cui le donne, quando si cimentano in compiti di responsabilità , stentano, arrancano”.
La ministra aveva iniziato il suo intervento sostenendo che “al di là del singolo caso, la politica oggi non cerca talenti femminili. La parità di genere nella politica deve essere strutturale. C’è bisogno di talento femminile”. Soffermandosi sul tema della violenza sulle donne e dei femminicidi, Bonetti aveva anche annunciato che sulla possibilità di una scorta per le vittime il governo “sta valutando questa e altre ipotesi con le ministre Gelmini, Cartabia e Lamorgese“. Si è addirittura soffermata sul tapiro consegnato da Striscia la Notizia ad Ambra Angiolini dopo la fine della sua relazione con Massimiliano Allegri: “È una vicenda che riguarda la vita privata, quindi merita rispetto. Queste vicende non devono mai essere spettacolarizzate, non si deve aprire un dibattito pubblico. Certamente si è scelto di andare dalla donna e non dall’uomo. Ma conosco Ambra, donna di grande coraggio e ha retto questa situazione con la sua grande dignità”.
Poi, però, lo scivolone sulla sindaca pentastellata che ha provocato la reazione di Conte: “Avete mai sentito un uomo con responsabilità istituzionali dire ‘non sempre gli uomini che sono stati eletti sindaci si sono rivelati all’altezza del ruolo che dovevano svolgere’? No, perché non si critica l’operato di una fascia tricolore inserendo tra i criteri di valutazione il genere, uomo o donna che sia – ha ribattuto l’ex presidente del Consiglio – Stamattina invece ho ascoltato la ministra Bonetti affermare che ‘non sempre le candidate donne hanno dimostrato di essere all’altezza del ruolo che dovevano svolgere, penso al caso di Roma’”. Secondo Conte, quindi, “non può sfuggire come questa frase riveli la tipica concezione maschilista per cui le donne, quando si cimentano in compiti di responsabilità, stentano, arrancano, spesso non si rivelano ”performanti’. Ma la nota ancor più stonata è che a pronunciare quest’ultima frase sia stata Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità di Italia Viva, che pure aveva speso parole sacrosante sulla preoccupante assenza di donne tra i 20 nuovi sindaci eletti nei grandi Comuni andati al voto. Un’evidenza che impone una riflessione non circostanziale, poiché abbraccia lo stato di salute della nostra democrazia”.