L’obiettivo, ha spiegato nel fornire la sua ricostruzione dei fatti, era convincere i familiari dell’inglese a spedirgli i 7.000 euro necessari a pagare un prestito. Sarebbe stato lo stesso Demilecamps, ha sostenuto Gnaga, ad architettare lo stratagemma. La sua versione è ora al vaglio degli inquirenti e contrasta con le condizioni in cui è stato trovato il giovane. Il gip dispone per i domiciliari per i 4 arrestati
Una “finzione”, una “messa in scena” per avere i 7mila euro necessari a pagare un debito. Non un rapimento misterioso né un sequestro, quello del turista inglese Patrick Sam Kourosh Demilecamps, il 25enne liberato due giorni fa a Monte San Giusto, nel Maceratese, con un blitz dei carabinieri del Ros che hanno arrestato 4 giovani – tre ragazzi e una ragazza -in flagranza di reato per sequestro di persona a scopo di estorsione. Almeno è questa la versione dei fatti – ancora al vaglio degli inquirenti – fornita al gip del Tribunale di Macerata, Giovanni Manzoni, da uno dei quattro, il 18enne Rubens Beliga Gnaga, cittadino italiano. L’obiettivo, ha spiegato nel fornire la sua ricostruzione dei fatti, era convincere i familiari dell’inglese a spedirgli i 7.000 euro necessari a pagare un prestito. Sarebbe stato lo stesso Demilecamps, ha sostenuto Gnaga, ad architettare lo stratagemma.
Il gip ha convalidato gli arresti e disposto per tutti i domiciliari: con il braccialetto elettronico per Gnaga, per Dona Conte, 22 anni della Guinea, e per il marocchino Ahmed Rajraji, di 21 anni; senza braccialetto elettronico per Aida Carpani, una 21enne di Montegranaro (Fermo), fidanzata di Dona Conte. I due fidanzati hanno sostenuto di essere estranei ai fatti, mentre Rajraji si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Gnaga, l’unico che ha fornito una qualche ricostruzione di ciò che è accaduto, ha sostenuto di avere fatto lui il prestito da 7mila euro al 25enne inglese, che per ripagare la somma avrebbe proposto di simulare un sequestro di persona, facendosi anche fotografare con le manette ai polsi per convincere i genitori a pagare il riscatto. La sua ricostruzione però cozza con la versione dei fatti della vittima, che ha invece raccontato ai carabinieri di essere stato rinchiuso nell’appartamento per otto giorni, maltrattato, lasciato a digiuno e di avere subito varie umiliazioni.
Ha quindi raccontato che, quando gli è stato concesso di telefonare ai familiari per chiedere i soldi, è riuscito a inviare una richiesta di aiuto. La famiglia ha quindi allertato la National Crime Agency britannica. Da lì si è innescata una collaborazione internazionale con i carabinieri del Ros e poi del reparto operativo di Macerata e della stazione di Monte San Giusto. Le indagini, svolte nell’arco di 36 ore, hanno portato i militari a fare irruzione nell’appartamento, in via Carducci. Qui Demilecamps è stato trovato rinchiuso in un stanza buia con mobili davanti alle finestre, scalzo, ammanettato e molto provato, circostanza che contrasta con la versione che lo vedrebbe complice dei rapitori. Da un lato il racconto di Gnaga è plausibile rispetto alla richiesta di un riscatto di soli 7mila euro, dall’altro sono ancora tanti gli aspetti da chiarire, a cominciare dai ruoli dei quattro ragazzi, tutti incensurati, che avevano conosciuto il giovane inglese durante l’estate.