L'onda lunga dell'emergenza sanitaria e la crisi dei chip hanno ancora una volta picchiato duro sulle vendite continentali di auto, ben sotto il milione il mese scorso. Che è stato il peggior settembre dal 1995 ad oggi
Non si ferma l’emorragia di nuove targhe in Europa. A settembre nella zona UE, compresi paesi Efta e Regno Unito, le immatricolazioni sono diminuite del 25.2% (972.723 unità), mentre il cumulato relativo ai primi nove mesi del 2021 registra una crescita del 6,9% (9.161.918 pezzi in totale) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che tuttavia ha prodotto numeri notevolmente più bassi rispetto al normale per via dell’emergenza sanitaria.
Secondo l’Acea, quello passato è stato il peggior settembre dal 1995, per quel che riguarda le vendite. Un calo che l’associazione continentale dei costruttori imputa agli strascichi della pandemia ma soprattutto dalla diminuita disponibilità (e dunque offerta) di veicoli causata dalla carenza di semiconduttori che sta affliggendo la produzione industriale. E che ha coinciso con le performance deludenti dei principali mercati continentali, tutti alle prese con cali a due cifre: Italia (-32,7%), Germania (-25,7%), Francia (-20,5%) e Spagna (-15,7%).
In questo contesto Stellantis ha perso circa 78 mila vetture rispetto a settembre 2020, pari al 30,4% delle vendite totali, mentre la sua quota di mercato è scesa dal 19,8% al 18,4%. Non è andata meglio ad altri gruppi industriali, come ad esempio Renault che ha perso il 24,2%, Daimler (-48,1%) e Volkswagen (-29,7%). Unici, in controtendenza, i coreani di Hyundai, che hanno visto crescere le loro vendite del 26,9%.