Fulvio Romanelli, che negli ultimi 5 anni ha fatto parte della mini giunta pentastellata, ha fatto sapere che voterà per l'uomo scelto da Fratelli d'Italia per provare a battere l'esponente del movimento presieduto da Giuseppe Conte: "Il M5s ha sempre detto che la politica non doveva essere un mestiere, invece qualcuno ha cavalcato l'onda. È una nuova parentopoli. Sulle candidature è stato fatto il gioco delle tre carte, la peggiore Dc non si sarebbe comportata così" ha detto a ilfattoquotidiano.it
C’è maretta nel Municipio VI di Roma, unico in cui il Movimento 5 stelle (seppur per un pugno di voti) si è posizionato al ballottaggio contro il candidato del centrodestra. Alle urne del 17 e 18 ottobre i residenti del territorio delle Torri, quello che abbraccia la periferia est di Roma, da Tor Bella Monaca a Torre Angela, dovranno scegliere tra Francesca Filipponi del M5s e Nicola Franco, esponente di Fratelli d’Italia, in campo per il centrodestra. La prima è arrivata al ballottaggio con il 21,95% delle preferenze, in notevole svantaggio sullo sfidante che si è posizionato al 43,1%. Filipponi però ha incassato in questi giorni il sostegno del centrosinistra e dell’escluso Fabrizio Compagnone, che con il 21,94% non ha raggiunto il secondo turno. E in poche ore, quindi, quella che era una partita apparentemente già chiusa per il centrodestra si è riaperta.
A infiammare ancora di più la contesa, poi, è arrivato l’endorsement di un assessore uscente del Municipio VI, governato dal M5s negli ultimi anni, verso il centrodestra. “Conosco Nicola Franco da cinque anni ed è una persona di una lealtà incredibile, ha fatto un’opposizione costruttiva” dice a ilfattoquotidiano.it Fulvio Romanelli, assessore che ha oggi rassegnato le sue dimissioni. Romanelli motiva la sua scelta lamentando di non riconoscersi più nel M5s: “Il M5s non c’è più, si è trasformato, è diventato Movimento 2050. Non c’è più Rousseau ma un nuovo portale, è un altro partito – spiega – Il M5s si è contaminato perché ci sono un sacco di opportunisti e non c’è partecipazione“. Rispetto alla candidata pentastellata al Municipio VI, Romanelli critica: “Il M5s ha sempre detto che la politica non doveva essere un mestiere, invece qualcuno ha cavalcato l’onda. È una nuova parentopoli. Sulle candidature è stato fatto il gioco delle tre carte, la peggiore Dc non si sarebbe comportata così. Sono state scelte senza partecipazione e confronto. Ci sono persone che hanno lasciato la consiliatura e sono andate a fare i consulenti al Comune. Si è fatta entrare troppa gente che pensa solo a fare carriera in politica”.
Dopo le parole del presidente Giuseppe Conte che ha affermato, a titolo personale, che voterà per Roberto Gualtieri, candidato del centrosinistra, ora anche dal Campidoglio arriva una presa di distanza verso le forze conservatrici della Capitale. Il consigliere uscente, già capogruppo e che per preferenze ottenute risulta rieletto in Assemblea capitolina, Paolo Ferrara, spiega: “I candidati si votano sul programma e sulla base di quello che fanno. Quello di Romanelli mi sembra il discorso di una persona in stato confusionale, probabilmente gli piacerà il programma di Franco e del centrodestra. Se lo vota si prende la responsabilità di sostenere una persona che ha posizioni che noi tutti abbiamo criticato fortemente”. Per Ferrara vanno arginate le forze di destra più estrema. “Ho visto i gazebo di Casapound che davano i biglietti di FdI e Lega, è molto pericoloso. Pur non dando indicazioni di voto, personalmente ritengo che non si possa votare chi sta in quelle liste e non voterei Franco al Municipio VI né Michetti al Campidoglio”, conclude.
Intanto ieri la sindaca uscente Virginia Raggi, insieme alla senatrice Paola Taverna, e a diversi altri esponenti M5s del territorio delle Torri ha accompagnato la candidata Filipponi in una passeggiata della legalità sul territorio. Da diretta interessata la grillina replica: “Rispettabilissima la posizione dell’assessore, è libero di credere o no nel Movimento 2050. Io ci credo e fermamente, si sta facendo un gran lavoro, per comprendere quello che si può migliorare. Nella sua scelta di appoggiare Nicola Franco è liberissimo, è alla base della democrazia e noi siamo abituati a rispettare qualunque pensiero, però – sottolinea Filipponi – quando parla di parentopoli o di persone che escono dalla consiliatura e si rimettono in gioco, non è il mio caso. Io sono uscita dalla giunta municipale a giugno del 2019 perché non c’era convergenza su alcuni aspetti e tematiche, a ottobre 2019 mi è stata offerta la possibilità di collaborare in Campidoglio, l’ho colta e ne sono fiera. Sono cresciuta, ho supportato la sindaca e l’assessora alle politiche sociali nell’emergenza pandemica, e poi mi è stato chiesto se volevo continuare e io ho scelto di farlo nel VI Municipio. La scelta è completamente trasparente e in linea con il M5s”.