In vista del ballottaggio per la carica da sindaco di Torino, c’è un dubbio enorme per gli ex consiglieri del Movimento 5 Stelle. Al seggio sulla scheda leggeranno il nome di Stefano Lorusso, capogruppo Pd che per cinque anni ha dato filo da torcere a loro e alla giunta di Chiara Appendino, e quello di Paolo Damilano, imprenditore dietro il quale si celano non soltanto Lega e Fratelli d’Italia, ma anche quella parte di centrosinistra passato a destra per evitare alleanze col Movimento 5 Stelle. Ai vertici la questione è decisa: Giuseppe Conte, la sottosegretaria Laura Castelli e Appendino non daranno indicazioni di voto. Molti ex consiglieri sono tentati dall’astensione, dalla scheda bianca o quella nulla. Alcuni non vogliono far conoscere le loro intenzioni. Altri, invece, hanno dichiarato che la loro preferenza andrà all’esponente dem, la cui elezione – tra l’altro – farà passare il M5s da due consiglieri (la candidata sindaca Valentina Sganga e Andrea Russi) a tre.
Una delle prime persone a esprimere questa decisione è stata Daniela Albano, il cui spirito è vicino al movimento No Tav e ai sindacati di base. “Mi sa che al ballottaggio andrò a votare. Sento una puzza che mi preoccupa”, scriveva sulla sua bacheca Facebook dopo la notizia del ringraziamento ai “camerati” da parte di Massimo Rotella, consigliere FdI della circoscrizione 6. Un voto a Lo Russo, quindi, perché così ci saranno “meno fasci” e perché poi “è una persona in gamba”, anche se “rappresenta il sistema che volevamo combattere”, ma tanto “anche Damilano viene da li”. Se il suo pensiero sembra condiviso dalla collega Maura Paoli, l’idea di votare il candidato Pd non piace a un’altra ex compagna di banco, Viviana Ferrero: “Certo che tifare per Lorusso che ha dichiarato pubblicamente di voler ricostruire il sistema Torino mi pare difficile da credere”.
Fabio Versaci, primo presidente M5s del consiglio comunale, ha annunciato – sempre su Facebook – il suo voto per il candidato dem: “Preferisco discutere con la compagine del centrosinistra se, ad esempio, è giusto o meno fare la ztl, piuttosto che avere a che fare con un centrodestra che si accompagna a partiti come il Popolo della Famiglia e FdI”. Non dimentica le discussioni con l’esponente del centrosinistra: “Non votare Lo Russo solo perché ci ha fatto una dura opposizione, spesso sbagliando, non credo abbia senso. Le scelte elettorali non possono essere dettate da sentimenti di rivalsa o di vendetta. Torino ha bisogno di una guida e tra le due opzioni dobbiamo scegliere la migliore”. Molti sostenitori ed elettori ribadiscono però che preferiscono non votare per Lo Russo, senza dire se opteranno per il concorrente o per l’astensione.
Il consigliere rieletto Russi, il più votato, spiega in un post la sua riflessione: “Da una parte mi viene difficile sostenere chi, come Paolo Damilano, è a capo di una coalizione che include al suo interno alcuni partiti con un progetto che va in direzione politica opposta rispetto a ciò che abbiamo portato avanti in questi cinque anni. Ma dall’altra parte non potrei mai, mai e sottolineo mai, sostenere Lo Russo” perché “vorrebbe dire semplicemente tornare indietro”. Per queste ragioni non dà alcune indicazioni di voto, chiede ai torinesi di andare a votare, “se non avete le idee chiare piuttosto annullate la scheda”. Anche Francesco Sicari, che lascia la carica di presidente del consiglio comunale, si tiene il dubbio: “Mi avvicino al ballottaggio con l’entusiasmo di chi deve scegliere tra un Sì Tav di sinistra e un Sì Tav di destra, anche la sfida dei pro-vita di sinistra e i pro-vita di destra è entusiasmante”. Alcuni, come Marco Chessa, non hanno ancora fatto una scelta: “Andrò a votare, ma non ho ancora deciso cosa fare. Userò ancora questi giorni”, dice a ilfattoquotidiano.it. Altri, come Serena Imbesi, hanno deciso: “So chi voterò. Ovviamente nessuno dei due mi rappresenta totalmente”, spiega senza rivelare il nome. Da un post su Facebook sembra che l’ex assessore all’ambiente Alberto Unia sia intenzionato a votare scheda bianca, scelta condivisa anche dall’ex consigliere Federico Mensio.
Voterà invece per Paolo Damilano Barbara Azzarà, consigliera comunale e metropolitana. Lo voterà anche una persona che non si è candidata né eletta col M5s, ma ha sostenuto molto l’amministrazione e la sindaca. Si tratta di Marco Lavatelli, marito di Chiara Appendino. Avrebbe preferito votare Sganga, ma al ballottaggio darà la sua preferenza all’imprenditore: “Lo voterò con convinzione perché si tratta di una candidatura innovativa, indipendente, civica”. Guardando i like al post di Lavatelli, alcuni giornali locali azzardano che anche altri fedelissimi di Appendino voteranno per Damilano.