Società

Covid, davanti alla valanga di informazioni le persone scelgono in base a ciò che capiscono

di Felice Musicco

Viviamo in un universo di statistica e numeri. Per esempio stanno verificando che probabilità esista che dal nulla si sia formato l’universo, il Big bang, la materia, l’uomo, l’evoluzione. Anche nel campo sanitario tutto è governato dalle statistiche e dai numeri. Che probabilità ho di star male a seguito di una vaccinazione? E di star male a seguito di una infezione da Covid? E cosa cambia se ho 30, 40, 50 o 80 anni? Ma quanto posso stare male: poco, tanto, morire? Che probabilità ho di non essere curato bene se tutti i posti di un ospedale sono occupati da altri malati, magari Covid? Che probabilità ho di contagiare o essere contagiato da un vaccinato? e da un non vaccinato? Ma si potrebbe andare avanti ancora con tanti quesiti sensati.

Una valanga di informazioni, probabilità e numeri da comunicare nei modi e nei tempi più corretti possibile, in modo da tenere conto della probabilità che persone con caratteri diversi reagiscano diversamente, diventando all’occasione aderenti alle raccomandazioni e alle leggi, oppure no-vax, no-greenpass, integralisti verso un comportamento o un altro, verso se stessi e verso gli altri.

Ci vorrebbero e ci sono una valanga di Faq, da istituzioni come Aifa o Ministeri, che danno raccomandazioni sanitarie basate sulle probabilità che certi eventi possano accadere o meno, possano o meno essere prevenuti.

Alla fine le persone decidono e fanno scelte basate su quello che leggono, che capiscono sulle probabilità, sulle proprie convinzioni personali, sulla propria percezione di paura, sulle informazioni sulla salute che hanno ricevuto e su quanto sono stati in grado di valutare la probabilità che siano vere o false.

Volendo trovare una conclusione a tutto ciò, è necessaria una informazione corretta con titoli da scegliere accuratamente, comunicare con pacatezza, spiegare, ispirare fiducia; evitare che l’egoismo e l’ingiustificato senso di protezione verso se stessi, la scarsa percezione del rischio per gli altri prevalgano. Ridurre la probabilità che possa esistere una idea di trovarsi in una dittatura sanitaria. Saper riconoscere una vera dittatura sanitaria e non solo. Forse ricordare anche che la probabilità di morire è alla fine 100, per tutti. Ognuno di noi è responsabile di tutto questo, riflettiamoci su.

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