“Da parte di una persona che come ultimo atto della sua vita ha promosso una Commissione contro l’istigazione all’odio, la risposta ora è il silenzio“. È la risposta, riportata dal sito del Corriere della Sera, della senatrice a vita Liliana Segre alla lettera di Gian Marco Capitani, il leader del movimento no green pass che venerdì – alla manifestazione di Bologna – l’aveva definita “una donna vergognosa che ricopre un seggio che non dovrebbe avere e porta vergogna alla sua storia, che dovrebbe sparire. In seguito all’indignazione provocata da quelle frasi, Capitani ha scritto alla senatrice sopravvissuta alla Shoah, definendo “certamente infelice” la scelta del termine ma aggiungendo: “La mia opinione è semplicemente legata al ruolo di presidenza della commissione per il contrasto dell’intolleranza da Lei ricoperto. In quel ruolo ritengo che Lei abbia il dovere di esprimersi contro ogni violenza, anche se è rivolta a chi non la pensa come Lei”.

La condanna per gli insulti a Segre era arrivata da tutto il mondo politico: per il presidente della Camera Roberto Fico sono “un’orribile macchia”, per quella del Senato Maria Elisabetta Casellati “inaccettabili e vergognosi”. Solidarietà alla parlamentare anche dalla ministra per il Sud Mara Carfagna (“I vigliacchi che la attaccano devono solo vergognarsi”) e dal neo-sindaco di Bologna Matteo Lepore (“a Liliana Segre, ignobilmente attaccata, va l’abbraccio più caloroso di Bologna e tutto il nostro affetto”). Ora a commentare la sua risposta a Capitani è il senatore Stefano Pedica, di +Europa: “Dalla senatrice a vita arriva un’altra grande lezione di civiltà. La risposta ora è il silenzio, dice. Ha ragione: l’odio non deve essere amplificato, l’odio deve essere solo spento“, afferma.

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