Una gara di motocross con 400 piloti pronti ad attraversare a tutta velocità con le loro motociclette il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, devastando sentieri e scalinate di granito centenarie e percorrendo habitat protetti. A lanciare l’allarme sulle conseguenze che l’Enduro Village Trophy potrebbe avere sull’ecosistema è Legambiente, che da anni lotta per far regolare il traffico motoristico dentro al Parco: l’evento è in programma dal 20 al 23 ottobre all‘Isola d’Elba e rischia di avere conseguenze pesanti per l’ambiente. Da qui la nasce l’appello dell’associazione che, temendo per la flora, fauna e l’impatto sui sentieri e le strade dell’area protetta, vorrebbe evitare che la manifestazione si svolgesse all’interno di un Parco Nazionale.

“Il problema è che le Norme Tecniche di Attuazione del Piano del Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano non prevedono esplicitamente né divieti né indicazioni, indirizzi per questo tipo di manifestazioni e che rimandano tutto all’adozione di un regolamento che non è mai stato approvato, nonostante le sollecitazioni in questo senso del rappresentante delle associazioni ambientaliste all’interno del Direttivo del Parco Nazionale” spiega Legambiente in una nota. Secondo i volontari, infatti, le norme in vigore non sembrano tutelare a sufficienza tutte le aree della zona interessata: “Gli ostacoli riguardano una diversa interpretazione della norma e dello spirito della Legge Quadro 394/91 sulle aree protette e il fatto che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano disponga solo del Piano del Parco e non del Regolamento che dovrebbe normare più puntualmente attività motoristiche “sportive” non lasciando spazio a interpretazioni.” Per adesso, il percorso dell’Enduro Vintage Trophy risulta autorizzato dall’Ente Parco solo nelle strade che sono conformi alla legge: una precisa larghezza (dai 3,50 ai 4,00 m) e con un manto stradale adatto al passaggio dei mezzi.

Legambiente Arcipelago, però, si augura che da parte della politica locale non ci sia nessuna pressione per permettere alle moto di passare anche in quei tragitti vietati, itinerari per i quali il Parco ha negato il nulla-osta. “La politica locale si sciacqua la bocca con le parole sostenibilità e resilienza o con il “turismo sostenibile” ma poi appoggia e sostiene manifestazioni anacronistiche, con mezzi “vintage” molto inquinanti e cerca di forzare anche le norme del Parco”, dichiara Umberto Mazzantini per Legambiente “Il tasso di greenwashing è notevole e parlare di uscita dai combustibili fossili, in un’isola che dovrebbe farlo prima di altri, sembra una bestemmia. Altre isole europee sono molto più avanti di noi e nella stragrande maggioranza sarebbe impensabile organizzare manifestazioni motoristiche in un Parco Nazionale. Naturalmente il difetto sta anche nella politica nazionale e governativa che non interviene per dare regole certe.” conclude Mazzantini.

Se da un lato l’associazione elbana mette in luce ogni criticità della questione, dall’altro l’Ente Parco rassicura su più fronti di non aver effettuato alcuna deroga per lo svolgimento della gara: “Si conferma che l’Ente Parco non ha rilasciato alcuna deroga rispetto a quanto era stato paventato da Legambiente. Fin dal 2013 questa manifestazione è autorizzata, in brevi tratti e per le sole fasi di trasferimento da una prova all’altra, sulla base delle vigenti norme del Piano del Parco che all’art. 18 comma 2 lett. l vieta il transito di mezzi motorizzati sui sentieri (fatta eccezione per i mezzi di servizio e per le attività agro-silvo-pastorali) e lo consente sulle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio e private”, dichiara la Direzione dell’Ente. Gli ambientalisti locali sperano di poter arrivare all’approvazione di un nuovo regolamento, maggiormente conforme alla preservazione dell’ambiente, che promuova un turismo più sostenibile, come previsto dalla Carta Europea, per porre fine all’attività motoristica nell’area protetta. Al di là delle rassicurazioni dell’Ente Parco, il punto principale per Legambiente resta uno: voler far cessare attività come questa dato che, continuamente, diversi motocrossisti si dirigono verso zone vietate, con gravi conseguenze per l’ambiente circostante e per gli animali.

Una diversa gestione della gara viene ipotizzata dalla stessa associazione: “Le soluzioni alternative sono che questo tipo di gare si svolgano solo al di fuori del territorio del parco, ad eccezione di trasferimenti tra una prova e l’atra, lungo le strade asfaltate. Le alternative ci sono già e sono molto più turisticamente vantaggiose del motocross o del rally: all’Elba si è appena concluso il campionato mondiale di mountain bike”, spiega Mazzantini, “il trekking è diventato un elemento trainante del turismo e l’Isola è e potrebbe essere ancora di più un paradiso per le bici e per tutti gli sport outdoor non motoristici. Iniziative come queste non fanno certo bene all’immagine dell’ isola verde e blu che poi si vuole “vendere” al turista”.

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