Moda e Stile

Salvatore Ferragamo “Il Calzolaio dei sogni” vola a cinema. Quando la scarpa diventa un’opera d’arte

Il film, presentato in anteprima a Venezia, pennella l’itinerario artistico di Salvatore ma anche il suo percorso umano, attraverso l’Italia e l’America, due mondi che s’intrecciano fortemente

di Januaria Piromallo

Amo i piedi. Amo lavorare con i piedi. Amo la loro forza. Con questa dichiarazione d’amore comincia “Il Calzolaio dei sogni”, il documentario diretto da Luca Guadagnino, regista in odore di Oscar. Il film, presentato in anteprima al Festival di Venezia, pennella l’itinerario artistico di Salvatore ma anche il suo percorso umano, attraverso l’Italia e l’America, due mondi che s’intrecciano fortemente. “Volevo fare il ciabattino. I miei genitori non volevano, perché anche per una famiglia di umili origini come la nostra il ciabattino era il gradino più basso della scala sociale”, la voce è quella di Salvatore. Invece per lui era una missione, la vocazione irrinunciabile della sua vita. “La vita mi ha insegnato che la Natura ci dona piedi perfetti. Se si rovinano è perché le scarpe sono difettose. Ma non è necessario sottoporsi a una simile tortura, neanche in nome della vanità. Tutti possiamo camminare felici avendo ai piedi calzature comode, raffinate, splendide. Questo è il lavoro di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette. Sono nato per fare il calzolaio. Lo so e l’ho sempre saputo”.

Undicesimo di quattordici figli, genitori contadini, le prime scarpe le realizza per le sorelline il giorno della loro comunione.
Ma Bonito, un paesino dell’Irpinia era un vicolo cieco, bisognava partire per l’America. Da Avellino a Hollywood. Nato nel 1898, dopo avere studiato l’arte del calzolaio a Napoli apre un piccolo negozio nel suo paese. Nel 1915 emigra a Boston, per poi trasferirsi in California, a Santa Barbara, dove studia anatomia all’Università per meglio capire la struttura ossea del piede. A Hollywood dove progetta calzature da sogno per le divine Gloria Swanson, Joan Crawford, Greta Garbo e per le prime produzioni cinematografiche diventando presto noto come il “Calzolaio delle Star“. Salvatore il Magnifico ricomincia da Firenze.

Dopo tredici anni di attività negli Stati Uniti, ritorna in Italia nel 1927 e si stabilisce a Firenze dove fonda l’azienda Ferragamo, oramai famosa nel mondo, Firenze è la città che gli ha permesso di rinascere. Firenze divenne il centro della sua creatività. Creò il suo laboratorio, aprì un negozio e iniziò a costruire il suo marchio, che divenne in seguito un impero nel settore della moda del tempo. Ha superare ogni tipo di crisi (anche il governo fascista) e rischi di fallimento. Moglie e buoi dei paesi tuoi.

Sposa Wanda, figlia del medico condotto, di vent’anni più giovane, sei figli, famiglia solida di stampo matriarcale. Genio e intuizione, 360 brevetti, tra modelli e innovazioni tecniche, spaziando dalle calzature più eccentriche, al tacco a gabbia e il platform arcobaleno. Vorrei avere cento mani e vivere cent’anni per realizzare tutto quello che ho in testa…Invece morirà a soli 62 anni. Cos’è il genio? Come nasce un sistema, che sia cinema o moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e di creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia. Questo il suo lascito.

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