Milano è la prima grade città ad avere una politica efficace contro lo spreco alimentare“. Ad affermarlo è la commissione internazionale degli Earthshot prize, il premio – inaugurato da quest’anno dal principe William e dalla sua organizzazione di beneficienza, la Royal Foundation britannica – per le migliori iniziative di tutela dell’ambiente. Ai vincitori delle cinque categorie (Proteggi e ripristina la natura, Pulisci l’aria, Rianima gli oceani, Costruisci un mondo senza sprechi e Ripristina il nostro clima), è stato assegnato 1 milione di sterline, pari a 1,17 milioni di euro, da reinvestire per potenziare il proprio progetto. Il capoluogo lombardo è stato scelto, tra 750 candidati in tutto il mondo, per i suoi Food waste hub, i poli di raccolta e ridistribuzione del cibo avanzato da supermercati, ristoranti e locali: hanno infatti permesso di recuperare 130 tonnellate di alimenti in un anno – circa 350 kg al giorno – e di fornire così 260mila pasti a cittadini in difficoltà.

“Il prossimo sarà un decennio decisivo per il pianeta – ha fatto dichiarato William nel videomessaggio che ha aperto la cerimonia di ieri sera – Il tempo sta finendo. Un decennio non sembra abbastanza lungo, ma l’umanità ha un primato eccezionale nella capacità di risolvere l’irrisolvibile“. Con questo spirito lo scorso anno ha deciso di finanziare, ogni anno fino al 2030, le idee più virtuose per contrastare, in vari modi, la crisi climatica e le sfide più urgenti della Terra. Ha coinvolto – sia tra i 15 membri della giuria sia per la consegna dei premi – attivisti e celebrità: Sir David Attenborough, l’attrice Cate Blanchett, o la cantante Shakira hanno sfilato – come in una sorta di “Oscar per l’ambiente” – sul tappeto verde dell’Alexandra Palace nel nord di Londra, sostituendo però alle opere dei grandi stilisti abiti prodotti in maniera ecosostenibile o con materiali riciclati, come quello di Emma Watson.

I riconoscimenti sono stati annunciati da Emma Thomson, in una Londra illuminata di verde. La vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo ha ringraziato la Royal Foundation insieme a tutti i partner dell’iniziativa, in collegamento con la Bbc da una terrazza su Piazza Duomo. Ora però, con i fondi per la categoria “Costruisci un mondo senza sprechi“, dovrà ideare un piano per sviluppare ulteriormente gli hub esistenti, garantirne la sostenibilità e crearne di nuovi. È previsto un ampliamento anche in altre realtà che aderiscono alle politiche alimentari meneghine, tramite le reti di cooperazione e scambio di conoscenze C40 e Milan Urban Food Policy Pact.

I Food Waste Hub hanno già qualche anno: sono nati nel 2017 dalla collaborazione del Comune di Milano, Politecnico, Assolombarda, Fondazione Cariplo e il Programma QuBì. Banco alimentare della Lombardia ha costruito nel concreto il primo polo, recuperando 10 tonnellate di cibo al mese, per circa 3.800 persone. Sono stati coinvolti 20 supermercati, 4 mense aziendali e 24 enti del Terzo settore. Dopo il lockdown 2020 e il propagarsi della crisi economica dovuta al Covid 19, sono stati avviati anche l’Hub di Lambrate e quello Gallaratese, è gestito da Terre des hommes con il contributo di Fondazione Milan. Il prossimo è ancora in fase di progettazione e sarà a Corvetto, con il contributo della Fondazione Snam. È stato anche aperto un tavolo per l’Hub del Centro con l’Associazione Ibva e con il contributo di Bcc Milano. Con Fondazione Cariplo e SogeMi il Comune ha inoltre lanciato l’iniziativa Foody zero sprechi per intervenire anche all’Ortomercato e recuperare il cibo fresco. L’iniziativa sta raccogliendo il supporto di molte associazioni e istituzioni cittadine.

L’Italia è salita sul podio anche per la sezione “Ripristina il nostro clima“: la società Enapter di Crespina Lorenzana (Pisa), in collaborazione con Germania e Thailandia, produce infatti gli Aem Electrolyser, generatori di idrogeno modulari ad alta efficienza. “Una tecnologia verde” – si legge tra le motivazioni dell’Earthsot Prize – che “potrebbe cambiare il modo in cui alimentiamo il nostro mondo”. Sperimentato a Bangkok, il sistema ideato dalla società di Vaitea Cowan, utilizza l’energia rinnovabile per produrre idrogeno pulito, dividendo i componenti dell’acqua. Il governo della Costa Rica invece ha ricevuto il premio “Proteggi e ripristina la natura” per i suoi sforzi nella tutela e nell’espansione delle foreste pluviali e dei loro ecosistemi: grazie ai finanziamenti dello Stato è stata invertita la tendenza di anni di deforestazione, incentivando l’ecoturismo. Il presidente Carlos Alvarado ha accettato il riconoscimento “con orgoglio ma umiltà”: “Ciò che abbiamo ottenuto in questo piccolo paese dell’America centrale può essere fatto ovunque”. La società indiana Takachar poi ha trionfato in “Pulisci l’aria” con una tecnologia pionieristica, alternativa alla combustione dei rifiuti agricoli: un dispositivo portatile e a basso costo, su piccola scala, si attacca ai trattori e permette di convertire i residui del raccolto in prodotti vendibili come carburante e fertilizzante. In questo modo contribuisce a ridurre le emissioni di fumo fino al 98%. Infine Coral Vita, una fattoria di coralli a terra alle Bahamas è riuscita a salvare parte delle barriere coralline morenti sul territorio, coltivando corallo in vasche a una velocità 50 volte più rapida rispetto ai metodi tradizionali.

La premiazione, accolta con entusiasmo anche dalle associazioni ambientaliste, anticipa di poche settimane il vertice ONU sul cambiamento climatico, la Cop26 di Glasgow, al via il 31 ottobre. La speranza è che l’interessamento di personaggi in vista come il principe William e Kate Middleton– o della Regina Elisabetta, recentemente critica sull’immobilismo dei leader mondiali – aiuti a imporre nell’agenda internazionale i temi della crisi climatica. Gli Earthshot Prize dimostrano che le soluzioni esistono, hanno però bisogno di sostegno.

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