Vogliono l’esenzione dal vaccino anti-Covid e il successivo Green pass. Per ottenerlo fanno pressione sui medici di famiglia, avvalendosi in alcuni casi anche del supporto di studi legali. Lo denunciano gli stessi professionisti, che in quanto medici vaccinatori, rientrano fra coloro che possono rilasciare il certificato. “Ci sono piccoli gruppi di no vax, supportati in alcuni casi da studi legali, che cercano in ogni modo di ottenere dai medici di famiglia vaccinatori il certificato di esenzione per evitare l’immunizzante e facilmente il Green Pass”, racconta Silvestro Scotti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). “Non sono moltissime persone, saranno qualche centinaio, e vivono al Nord, tra Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, alcuni in Emilia. Insomma zone del Paese molto produttive, dove il lavoro c’è e senza Green Pass non si entra in fabbrica o in ufficio”. Il ministero della Salute, tuttavia, ha chiarito da tempo che il diritto all’esenzione è previsto solo per i soggetti che soffrono di certi tipi di allergia (per esempio se legate ad alcune componenti del vaccino), e in presenza di precise patologie.
Scotti riferisce inoltre di tentativi, andati falliti, da parte di alcuni no vax che hanno provato a farsi compilare un foglio in cui il medico accettava di prendersi tutte le responsabilità di eventuali eventi avversi dopo la somministrazione. “Addirittura in più occasioni si sono presentati dal medico di base con un form stampato chiedendo al professionista di firmare e farsi carico dei danni per la salute nel caso in cui dopo il vaccino avessero avuto dei problemi, subito o anche successivamente. È chiaro che nessun medico ha firmato“.
Il segretario Fimmg commenta il numero dei certificati per malattia, in crescita negli ultimi giorni: “Sono un medico di famiglia e devo dire che personalmente tutto questo aumento non l’ho visto. Invece direi che le temperature si sono abbassate, sono arrivati dei virus stagionali, e mi sembra che dato il periodo siamo nella norma”. Dal canto suo Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) commenta: “Il comportamento di chi non si vuole vaccinare esprime tante cose. Disagio sociale, ansia, paure, preoccupazione. Mettersi in malattia è come un rifugio. Non è una novità per noi medici. Ma questa è anche una grande occasione per aprire un discorso con chi non si sente sicuro per sottoporsi all’inoculazione”, ha proseguito. “Quando i pazienti ci dicono che stanno male, a meno che non siano intrasportabili, gli chiediamo di venire in ambulatorio. Ci parliamo e spieghiamo l’importanza di vaccinarsi. Dobbiamo utilizzare questo strumento, è il modo migliore per vincere le paure dei cosiddetti esitanti”.