Divisioni interne e derby con la Lega per la leadership del centrodestra? Posizione sul green pass? Ambiguità sulla condanna della matrice neofascista dopo l’assalto alla sede della Cgil? Nulla di tutto ciò, secondo Giorgia Meloni. Se da una parte la leader di Fratelli d’Italia ammette la sconfitta alle elezioni amministrative, pur ridimensionandola (“Ho sentito parlare di débâcle, ma i numeri dicono altro…”), dall’altra l’autocritica viene meno. Anzi, la responsabilità è tutta dello schieramento avversario. “La sinistra ha trasformato questa campagna in una lotta nel fango e l’ha fatto criminalizzando l’avversario, cercando di rendere impresentabile l’altro ritirando fuori slogan degli anni Settanta”, ha attaccato la leader di FdI in conferenza stampa, sottolineando che questa modalità, a parer suo “ha allontanato tantissimi elettori”.
“Le divergenze con Salvini? Invenzione della stampa“, replica Meloni al Ilfattoquotidiano.it, alla domanda se i ritardi denunciati sulla scelta dei candidati, siano frutto delle battaglie interne al centrodestra e del “derby” tra lei e il leader del Carroccio. “Avevamo bisogno di più tempo di fronte a candidati civici…”, si difende. Quindi continua, allontanando altre responsabilità. “Se ho fatto tutti gli sforzi per prendere le distanze sul passato? – dice ancora – Io non credo di dover fare di più”. Stesso discorso per quanto riguarda le posizioni sul green pass: “Gli elettori hanno in realtà un’altra idea su vaccini e certificato verde? Non credo e comunque non mi interessa comunque. Ad alzare il tono è il governo”, rilancia.