Una cifra record che però sarebbe stata ampiamente ripagata dall'inatteso successo, l'investimento ha generato circa 900 milioni di dollari di valore per il colosso dello streaming
Fenomeno “Squid Game”. La serie tv sudcoreana prodotta da Netflix è letteralmente esplosa in tutto il mondo. Una critica al sistema capitalistico, l’effetto emulazione, l’idea di un videogioco e poi ancora pioggia di meme per un prodotto tanto angosciante quanto originale. Secondo le informazioni diffuse da Bloomberg, basate su un documento interno di Netflix, la prima stagione della serie è costata ben 21,4 milioni di dollari, per un costo ad episodio di circa 2,4 milioni.
Una cifra record che però sarebbe stata ampiamente ripagata dall’inatteso successo, l’investimento ha generato circa 900 milioni di dollari di valore per il colosso dello streaming. Secondo diversi magazine americani l’attore protagonista Lee Jung-jae per interpretare il personaggio di Seong Gi-hun avrebbe guadagnato per ogni episodio di “Squid Game” 300 milioni di won, circa 220 mila euro. Un totale che al termine delle riprese avrebbe superato 1.9 milioni di euro.
Lee Jung-jae, già noto in patria, è diventato il secondo attore più pagato della Corea del Sud, portando a casa non solo un cachet stellare ma una popolarità internazionale. Cho Sang Woo, attore che interpreta il numero 218 Gi-Hun, avrebbe guadagnato un terzo rispetto al collega, mentre la più giovane HoYeon Jung oltre a un buon guadagno per la sua prima prova da attrice, dopo numerosi impegni nella moda, è tornata a lavorare per il gruppo Louis Vuitton.
Hwang Dong-hyuk, autore della serie, ha ammesso di aver lavorato alla sceneggiatura per oltre dieci anni, difficile dunque immaginare una seconda stagione in tempi brevi. Un futuro ancora misterioso, come confermato dal protagonista Lee Jung-jae in un’intervista a Entertainment Weekly: “Al momento non so nulla sui risvolti della storia o su come cambieranno i personaggi o se ne saranno aggiunti altri. Non so se il ruolo di Gi-hun rimarrà da protagonista o sarà marginale. Ma qualsiasi cosa sarà, certo che dirò di sì.”