È morto a 65 anni Luigi Amicone: il giornalista ed ex consigliere comunale milanese è stato colpito da un infarto nella notte. Nonostante la corsa d’urgenza al San Gerardo di Monza, non c’è stato nulla da fare. Fondatore del settimanale – poi diventato mensile – Tempi, di cui era stato direttore, è stato un esponente di spicco di Comunione e Liberazione e nel 2016 era entrato in Consiglio comunale a Milano tra le fila di Forza Italia. Tanti colleghi e amici lo ricordano sui social, compreso Gad Lerner che lo definisce su Twitter “un avversario appassionato ma gentile”. Il sindaco Beppe Sala ne parla come di un “fine scrittore” e “acuto giornalista, ma soprattutto un amico”: “Non dimenticherò mai il suo acume e la sua passione per la nostra città”, il saluto del primo cittadino di Milano.

Amicone era nato il 4 ottobre 1956 a Milano, ma la sua famiglia era abruzzese. E proprio nella regione dell’Italia meridionale è avvenuto uno dei suoi primi incontri con la politica: a 13 anni – racconterà al Corriere della Sera – ha bruciato nella piazza centrale di un paesino una bandiera spagnola in segno di protesta per la condanna a morte franchista, per garrottamento, dell’anarchico catalano Puig Antich. Un anno dopo, nel capoluogo lombardo, ha iniziato a frequentare l’istituto tecnico Molinari. In quel periodo si era avvicinato ad Avanguardia Operaia, fino agli studi all’Università Cattolica e all’amicizia negli Anni Settanta con don Giorgio Pontiggia, “il più viscerale, potente, gigantesco educatore che abbia mai conosciuto. Una figura alla Guevara che mi porta a Cristo invece che alla rivoluzione proletaria”. È iniziato così il suo impegno politico con Comunione e Liberazione e don Giussani.

Dal 1990 al 1993 segue per il settimanale Il Sabato la guerra civile tra cattolici e protestanti a Belfast, in Irlanda del Nord, mentre a Beirut racconta la guerra tra Libano e Siria e in Europa orientale la caduta dei regimi comunisti. In Israele documenta il conflitto arabo-israeliano e durante la guerra del Golfo è tra i primi giornalisti italiani a scrivere dell’Iraq. Tra i contrari al divorzio e all’aborto, aveva espresso contrarietà all’eutanasia e ai matrimoni gay, si lasciava descrivere come un reazionario purissimo. Su Il Sabato è lui però a permettere la pubblicazione di alcune poesie inedite di Pierpaolo Pasolini, intellettuale comunista e omosessuale. Ha collaborato anche con Il Foglio e Il Giornale.
Un mese fa il suo ultimo tentativo in politica, da candidato azzurro a Palazzo Marino. Durante la campagna elettorale, si era scagliato contro Matteo Salvini per la scelta di opporre alle elezioni amministrative Luca Bernardo a Beppe Sala: “Ha confuso Milano con Milano Marittima. La gente è sconcertata, si poteva vincere a mani basse ma si va verso una sconfitta a mani alzate”. O ancora su Tempi, accusava il leader delle Lega di aver usato il pediatra – dimenticato anche nel logo delle liste – “come un appendino su cui infilare la casacca ‘civica’“.
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