Tra i membri di spicco di Comunione e Liberazione, nella scorsa amministrazione era stato consigliere comunale a Milano con Forza Italia, Aveva 65 anni. Il saluto del sindaco Sala: "Fine scrittore e acuto giornalista, aveva una grande passione per la nostra città"
È morto a 65 anni Luigi Amicone: il giornalista ed ex consigliere comunale milanese è stato colpito da un infarto nella notte. Nonostante la corsa d’urgenza al San Gerardo di Monza, non c’è stato nulla da fare. Fondatore del settimanale – poi diventato mensile – Tempi, di cui era stato direttore, è stato un esponente di spicco di Comunione e Liberazione e nel 2016 era entrato in Consiglio comunale a Milano tra le fila di Forza Italia. Tanti colleghi e amici lo ricordano sui social, compreso Gad Lerner che lo definisce su Twitter “un avversario appassionato ma gentile”. Il sindaco Beppe Sala ne parla come di un “fine scrittore” e “acuto giornalista, ma soprattutto un amico”: “Non dimenticherò mai il suo acume e la sua passione per la nostra città”, il saluto del primo cittadino di Milano.
#LuigiAmicone è stato per me un avversario appassionato ma gentile con il quale ci siamo sempre voluti bene. Oggi lo piango insieme ai suoi familiari e alla sua comunità di fede
— Gad Lerner (@gadlernertweet) October 19, 2021
Amicone era nato il 4 ottobre 1956 a Milano, ma la sua famiglia era abruzzese. E proprio nella regione dell’Italia meridionale è avvenuto uno dei suoi primi incontri con la politica: a 13 anni – racconterà al Corriere della Sera – ha bruciato nella piazza centrale di un paesino una bandiera spagnola in segno di protesta per la condanna a morte franchista, per garrottamento, dell’anarchico catalano Puig Antich. Un anno dopo, nel capoluogo lombardo, ha iniziato a frequentare l’istituto tecnico Molinari. In quel periodo si era avvicinato ad Avanguardia Operaia, fino agli studi all’Università Cattolica e all’amicizia negli Anni Settanta con don Giorgio Pontiggia, “il più viscerale, potente, gigantesco educatore che abbia mai conosciuto. Una figura alla Guevara che mi porta a Cristo invece che alla rivoluzione proletaria”. È iniziato così il suo impegno politico con Comunione e Liberazione e don Giussani.