Wanjala, 20 anni, chiamato dalla stampa "vampiro" per i particolari raccapriccianti da lui stesso raccontati durante gli interrogatori, era riuscito a sfuggire alla polizia ma gli abitanti della sua città natale lo hanno riconosciuto e ucciso
Masten Wanjala, 20 anni, è stato arrestato lo scorso 14 luglio come sospettato per la scomparsa di due ragazzi ma durante l’interrogatorio ha confessato di aver ucciso 10 ragazzi durante un periodo di 5 anni, “a volte bevendone il sangue dalle vene prima della loro morte” (fonte, verbali del Directorate of Criminal Investigations). Ora Wanjala, che lo scorso mercoledì 13 ottobre avrebbe dovuto essere processato ma che era riuscito a sfuggire nonostante gli stretti controlli della polizia, è stato picchiato a morte dagli abitanti di Bungoma. Siamo nell’Ovest del Kenya e la notizia la riporta l’AFP, il nigerian Guardian e altre testate locali online. Wanjala, chiamato dalla stampa “vampiro” per i particolari raccapriccianti da lui stesso raccontati durante gli interrogatori, dopo l’arresto aveva condotto gli investigatori nei luoghi di sepoltura delle vittime. Si fingeva un allenatore di calcio per attirare i ragazzi. Sono stati proprio alcuni studenti della sua città natale, Bungoma (che si trova a 400 km dal posto di polizia dal quale era scappato) a riconoscerlo: è partita una vera caccia all’uomo e una volta trovato, il 20enne è stato picchiato e strangolato. Secondo quanto riportato dai verbali di polizia, la prima vittima di Wanjala è stata una ragazzina di 12 anni scomparsa 5 anni fa a Machakos, una città a est di Nairobi.