Dalle Marche alla Campania, insieme in corteo, con un’unica richiesta rivolta all’esecutivo Draghi. Risposte chiare contro il rischio licenziamenti, lo spettro delle delocalizzazioni e il futuro incerto dei propri stabilimenti e dei posti di lavoro. Circa 500 lavoratori di Whirlpool di Napoli ed Elica di Ancona hanno raggiunto il ministero dello Sviluppo Economico dalla Stazione Termini a Roma. “Napoli e Ancona uniti nella lotta, non molleremo mai” hanno gridato i lavoratori, chiedendo ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti di ottenere risposte concrete. “Ci hanno detto che oggi avrebbero illustrato un provvedimento straordinario in grado di traghettare questi lavoratori dalla Whirlpool al Consorzio. Oggi allora ci aspettiamo la serietà da parte di un governo che per ora si è limitato soltanto ad annunci. Noi non molliamo”, ha spiegato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil.
Tutto mentre Fim-Fiom-Uilm hanno già annunciato una manifestazione nazionale per la vertenza Whirlpool il 29 ottobre prossimo a Varese, sostenuta da 8 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti. Anche perché i sindacati vogliono conoscere al più presto nel dettaglio il piano industriale e l’impegno del Governo a costituire il Consorzio entro il 15 dicembre, dato che a rischio resta ancora il futuro dei 340 lavoratori del sito napoletano, dopo il mancato accordo registrato nell’ultima riunione e la conferma da parte dell’azienda della chiusura della procedura di licenziamento collettivo.
Al tavolo non sono però presenti i ministri Giorgetti e Orlando, impegnati nel Consiglio dei ministri, tanto che il vertice è iniziato presieduto soltanto dalla viceministra Alessandra Todde. Una delle possibilità è quella di aggiornare il tavolo al 25 ottobre per avere la presenza dei ministri sia per aspettare il verdetto del tribunale di Napoli sul ricorso presentato da Fim, Fiom e Uilm per comportamento antisindacale; l’udienza era stata infatti rinviata al 22 ottobre.
Accanto ai lavoratori di Whirlpool, hanno manifestato anche i 300 lavoratori di Elica, il cui tavolo era previsto in agenda poco dopo quello Whirlpool. “I lavoratori di questa azienda fanno cappe. La loro proprietà ha annunciato 400 esuberi perché vogliono portare il lavoro in Polonia“, hanno denunciato i sindacati. Tutto nonostante, spiegano i lavoratori dell’azienda, “non ci siano problemi di volumi”: “L’azienda è sana, vuole solo abbassare il costo del lavoro. Ma noi non lo accetteremo“. “Ho 57anni, sono troppo giovane per la pensione e troppo anziana per il mondo lavorativo. Come me tante altre donne dato che nei nostri stabilimenti lavorano in gran parte donne. E loro vogliono delocalizzare solo per il profitto”, c’è chi attacca. E ancora: “Dal governo solo annunci. Ma ora servono fatti concreti contro l’arroganza di certe aziende”, è la richiesta partita dai lavoratori di Ancona.