Ucraina e Romania comunicano più di 500 decessi in 24 ore: mai così tanti da inizio pandemia. Entrambi i Paesi hanno basse percentuali di immunizzati. Intanto anche Putin si arrende al Covid: chiuse tutte le attività lavorative dal 30/10 al 7/11. Sofia, maglia nera in Ue per vaccinati, ha scelto l'obbligo del certificato verde. E la situazione peggiora pure in Repubblica Ceca e Polonia
Russia e Ucraina registrano nuovi picchi di morti, con numeri record da inizio pandemia. Lo stesso accade in Romania, dove sono stati superati i 500 decessi in un giorno. I contagi da Covid volano nell’Europa dell’est, dove molti Paesi devono fare i conti con una percentuale di vaccinazioni molta bassa e una conseguente impennata dei casi man mano che l’autunno avanza. Anche il presidente russo Vladimir Putin si è arreso alla crescita dei contagi e ha annunciato che a causa della situazione epidemiologica saranno dichiarati “giorni non lavorativi” quelli dal 30 ottobre al 7 novembre ma col mantenimento della retribuzione. Per 9 giorni, quindi, chiudono tutte le attività. In Bulgaria, maglia nera in Ue per tasso di immunizzati, da giovedì 21 ottobre invece entrerà in vigore l’obbligo di green pass. E pure la Repubblica Ceca, dove comunque più della metà della popolazione è vaccinata, valuta nuove restrizioni dopo che nelle ultime 24 ore ha superato i 3mila casi.
La strada è quella già tracciata dalla Lettonia, costretta a tornare a un vero e proprio lockdown (con chiusura delle attività, stop alle scuole e coprifuoco). Come raccontato da ilfattoquotidiano.it, la quarta ondata sta travolgendo i Paesi dell’Est col minor numero di vaccinati, compresi i tre Stati baltici. E nel corso del mese di ottobre la tendenza è perfino peggiorata. La situazione della Russia è ormai nota: Mosca ha comunicato più di mille decessi in un giorno (mai così tanti), mentre solo un terzo della popolazione si è vaccinata contro il Covid. Ma ora anche l’Ucraina deve aggiornare il suo record di decessi: lunedì sono stati 538, il dato più alto mai registrato (il precedente massimo era del 7 aprile scorso, con 481 vittime). Nell’ultima giornata sono stati registrati 18.913 nuovi casi e altri 495 decessi. Nel Paese, secondo Our World in Data, la percentuale di immunizzati con due dosi è ferma al 15 per cento.
Nella vicina Romania, penultimo Paese per vaccinazioni tra gli Stati Ue, la situazione è simile. Martedì sono stati comunicati il nuovo record di morti e casi di Covid: 574 morti e 18.863 nuovi positivi in 24 ore. Al momento il sistema sanitario romeno è alla sua capacità massima con più di 1.800 pazienti in terapia intensiva. Per questo motivo, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha annunciato che invierà un esperto nel Paese per aiutare a rafforzare la sua risposta pandemica e ha promesso 34mila test rapidi e 200 concentratori d’ossigeno per i pazienti Covid. La settimana scorsa, diversi pazienti sono stati inviati in Ungheria (dove invece la percentuale di vaccinati si avvicina al 70%) per essere ricoverati in terapia intensiva.
Dopo l’ultima impennata di casi, con 4.979 nuovi contagi registrati martedì, la Bulgaria ha deciso di correre ai ripari: da giovedì prossimo sarà obbligatorio il green pass per le attività negli ambienti al chiuso: per entrare nei ristoranti, nelle sale per divertimenti, alberghi, cinema, teatri, concerti, gallerie, negozi di oltre 300 mq, palestre, piscine. Come in Italia, per entrare in questi luoghi si dovrà esibire un certificato attestante la vaccinazione completa, la guarigione o un test negativo effettuato nelle ultime 72 ore (molecolare) 0 48 ore (antigenico). “Se queste misure non daranno il risultato atteso, non rimane altro che passare al lockdown totale“, ha affermato il ministro della Salute Stoycho Katsarov. Le nuove misure dureranno almeno due settimane.
Se in Bulgaria solo il 24% della popolazione è completamente vaccinato, la situazione sta peggiorando anche in Polonia e Repubblica Ceca, dove la percentuale di completamente immunizzati ha da poco superato il 50 per cento. In Polonia – riporta il Guardian – nell’ultima settimana si è registrato un incremento dei contagi dell’85% rispetto ai sette giorni prima. La Repubblica ceca ha registrato nelle ultime 24 ore oltre 3mila casi di coronavirus, il livello più alto dallo scorso aprile. Sempre martedì, i ricoveri sono aumentati a quota 620, contro i 249 di inizio mese, con 102 pazienti in terapia intensiva. Nell’ultima settimana ci sono stati 54 morti, più del totale dei decessi nell’intero mese di settembre.