Nuove tensioni nell’indo-Pacifico. Dopo il lancio di un missile balistico da un sottomarino della Corea del Nord nel mar del Giappone, il premier di Tokyo, Fumio Kishida, ha sospeso la sua campagna elettorale nel nord del Paese. Ha annunciato il suo ritorno nella Capitale per “rafforzare drasticamente le nostre capacità difensive, per proteggere la terra, il mare e lo spazio aereo, così come le vite delle persone e i loro beni, a qualsiasi costo”. Potrebbe trattarsi di una mossa per risollevare i consensi in calo, ma il successore di Suga – che dallo scorso settembre sta traghettando lo Stato verso le politiche del prossimo 31 ottobre – non è l’unico preoccupato dai recenti sviluppi della tecnologia militare di Pyongyang. Oltre a Seul, anche la Cina ha invitato tutte le parti alla calma, parlando di un “momento critico” per la stabilità della regione. Mentre le Nazioni Unite hanno convocato un Consiglio di Sicurezza d’urgenza a porte chiuse per discutere le nuove minacce rappresentate dalla Corea del Nord.

Il lancio è però solo l’ultimo di una serie di test missilistici eseguiti dal Paese del presidente Kim Jong-un nell’ultimo mese. Il razzo – diretto a est del Giappone – è stato sparato dal porto di Sinpo, sulla costa orientale dello Stato. È probabilmente un segno in risposta agli ultimi colloqui tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud: nessuno dei tre gode di buoni rapporti con Pyongyang. Anche se hanno una traiettoria prevedibile, i missili balistici sono quasi impossibili da intercettare: una volta sparati, quasi in verticale, escono dall’atmosfera e precipitano veloci sul loro bersaglio. Possono inoltre essere trasformati in armi nucleare ed è questo a destare i timori maggiori.

Kishida aveva appena terminato il discorso d’apertura a Fukushima – colpita da uno tsunami e da un incidente a una centrale nucleare nel 2011 -, quando ha ricevuto la notizia. Aveva definito la provocazione “davvero deplorevole”, secondo l’agenzia Kyodo. Poi dopo un secondo comizio nella vicina città di Sendai ha deciso di cancellare le tappe restanti della campagna elettorale nella regione. Ha ordinato poi al suo governo di mettersi al lavoro per rivedere la strategia di sicurezza nazionale del Giappone: lo scopo è adattarla alle crescenti minacce provenienti dalla Corea del Nord. Con il leader supremo Kim Jong-un Tokyo non ha relazioni diplomatiche e le rimostranze fatte all’ambasciata di Pechino, per il momento, hanno avuto pochi effetti. Il portavoce della diplomazia cinese, Wang Wenbin, ha esortato alla moderazione e a “promuovere insieme una soluzione politica della questione della penisola coreana” e per “la stabilità e la pace dell’area”. Per gli Stati Uniti non si tratta di “una minaccia immediata”, ma invita a “evitare altri atti destabilizzanti”.

Alcuni osservatori hanno attribuito l’allarmismo di Kishida a una strategia per recuperare il suo gradimento – sceso in due settimane al 46% secondo l’emittente televisiva Nhk – per riconfermarsi a capo del governo giapponese. Le tensioni nella regione però sono evidenti: dopo il fallimento dei tentativi di Donald Trump di sottoscrivere un accordo con Pyongyang per limitare il nucleare, quelli di Joe Biden non sembrano stare andando molto meglio. Proprio in questi giorni poi è in corso in Corea del Sud l’Esposizione internazionale dell’aerospazio e della difesa più grande della storia del Paese. Mentre la Cina sta tenendo esercitazioni militari congiunte con la Russia, attraversando con 10 navi da guerra proprio lo stretto commerciale di Tsugaru – tra le isole nipponiche di Honshu e di Hokkaido – che collega il mar del Giappone e l’Oceano Pacifico.

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