“Durante il pranzo nuziale, sono andata vicino al bancone per chiamare mio marito. Una volta arrivata al bancone il testimone, che già da tanto tempo stava lì a bere, mentre ero girata di schiena si mise dietro le mie spalle appoggiando le sue parti intime su di me", le parole della sposa. "uUn fatto così eclatante non sarebbe potuto accadere il giorno del matrimonio in uno spazio angusto", l'avvocato dell'imputato
Le botte fra sposo e testimone finiscono in tribunale. A processo il testimone di nozze che è accusato di avere palpeggiato la sposa durante il matrimonio del 29 maggio scorso in un ristorante di Specchia, borgo in provincia di Lecce. Il video, che fece il giro dei social con migliaia di visualizzazioni, mostra lo sposo mentre picchia un uomo caduto a terra, circondato dagli ospiti. Il banchetto si trasformò in un vero e proprio incubo, tanto che fu necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Nell’udienza del 10 dicembre prossimo, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Lecce Michele Toriello, G.C., 26 anni, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato e dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale. “Sono state accolte anche le nostre istanze – afferma Walter Gravante, difensore dell’imputato – che prevedono alcuni accertamenti come l’ascolto di due testimoni, la visione di tre video e la lettura dei messaggi scambiati fra la sposa e la moglie del testimone in cui si farebbe riferimento solo a quanto accaduto durante la cerimonia e non ai presunti palpeggiamenti”.
C’è poi la denuncia penale presentata dall’imputato nei confronti dello sposo, del padre e del fratello che lo hanno aggredito all’uscita del ristorante, causandogli lesioni personali gravi con la frattura delle vertebre lombari e sacrali e per il quale pende il relativo procedimento penale innanzi alla Procura della Repubblica di Lecce. “Riteniamo – continua il difensore – che un fatto così eclatante non sarebbe potuto accadere il giorno del matrimonio in uno spazio angusto. Infatti, la struttura, a livello topografico ha una conformazione dove tutti vedono tutto e sarebbe paradossale pensare a dei palpeggiamenti”.
La sposa, che si è costituita parte civile ed è difesa dall’avvocato Marco Ruta, sul Nuovo Quotidiano di Puglia, alcune settimane fa aveva ricostruito la sua versione dei fatti. “Durante il pranzo nuziale, sono andata vicino al bancone per chiamare mio marito. Una volta arrivata al bancone il testimone, che già da tanto tempo stava lì a bere, mentre ero girata di schiena si mise dietro le mie spalle appoggiando le sue parti intime su di me, e con le sue mani mi afferrò il seno, palpeggiandomelo, a tal punto che non riuscivo a liberarmi nonostante io gli dicessi di togliersi. Mi lasciò solo nel momento in cui arrivò mio marito, facendo finta che non fosse successo nulla. Dopo tutto ciò, io e mio marito siamo tornati al nostro tavolo per aspettare la torta, mentre lui è rimasto lì a continuare a bere”. Ora, toccherà al giudice Michele Toriello stabilire la verità.