“Sapete come si dice a Roma? ‘Abbasta’ (basta, ndr). È una citazione che prendo volentieri in prestito dal mio amico Carlo Verdone. La nuova pista da bob si farà e sarà un fiore all’occhiello per questa disciplina visto che finora siamo sempre stati costretti a emigrare per poter fare una gara di primo livello”. Giovanni Malagò, presidente del Coni, si è affidato a una battuta-diktat per liquidare le critiche al progetto da 80 milioni di euro del nuovo impianto di Cortina in sostituzione della vecchia pista “Eugenio Monti” (dismessa da anni) in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Ma non è riuscito a liquidare le reazioni di associazioni ambientaliste per una struttura giudicata impattante, inutile e costosa. “Nessun dietrofront, siamo abituati a tenere fede alle promesse. – ha aggiunto il presidente. – Le polemiche non mi interessano, sono vicende che non coinvolgono lo sport italiano. Il progetto non cambia, sulle dinamiche della sua realizzazione e sulle relative tempistiche non entro nel merito non essendo di competenza specifica del Coni”.
Di sicuro il progetto, fortissimamente voluto da Luca Zaia, governatore del Veneto (che sborserà i soldi necessari), interessa l’ambiente di montagna. Lo ricordano in una nota Mountain Wilderness Italia, WWF Terre del Piave Belluno-Treviso, la sezione di Belluno di Italia Nostra, l’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, il Gruppo Promotore Parco del Cadore e Peraltrestrade Dolomiti. “Non sorprendono, ma irritano per il loro tono impositivo, le ultime dichiarazioni di Malagò: ‘La pista da bob si farà e abbasta!’. Tanta sicumera gli si addice, ma non gli fa buon gioco”.
Gli ambientalisti ricordano il sondaggio on-line del giornale Voci di Cortina, con il 70 per cento dei cittadini contrari. “Non si può non tenerne conto, come non si può non tenere conto del suggerimento dello stesso Cio di utilizzare un’altra pista esistente. Ma i veneti sono contenti di pagarla di tasca propria, tenuto conto che le spese di costruzione (80 milioni?) sarebbero tutte a carico della Regione”. La proposta: “In alternativa alla costruzione di una nuova pista, tanto impattante quanto inutile, e in omaggio al concetto di Olimpiadi diffuse tanto caro al Cio, perché non prendere in affitto per 50 giorni la pista di Innsbruck e risparmiare una valanga di denaro pubblico oltre che future impressionanti spese di gestione a carico, in primis, dei cortinesi? Presidente Malagò, un po’ più di umiltà e di rispetto per la democrazia”.
Marina Menardi, presidente del Comitato Civico Cortina, commenta: “Malagò, abbasta co ‘sta pista de bob! Lo sai come si dice a Cortina in ampezzano, smettila? Feniscera! Qui non si tratta di fare polemiche: la pista non la vogliamo. Per Malagò è facile parlare, tanto il CONI non tira fuori un soldo, scaricando tutto su Regione e Comune. Come fa Malagò ad andare così palesemente contro le indicazioni del Cio che spinge a cercare il consenso della popolazione e a disputare altrove le gare di bob e skeleton?” Affondo finale, riferito agli impianti incompleti dei Mondiali di nuoto 2009 a Roma (Malagò era presidente del Comitato). “Su qualcosa il presidente del Coni potrebbe aiutarci: abbiamo la piscina chiusa da 10 anni in attesa di riapertura, visto che lui ha esperienza nel campo, perché non ci dà una mano su questo?”.
Intanto una novità c’è, stando a quello che ha annunciato il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina. La pista non sarà poi riconvertita in parco divertimenti e quindi non costerà 80 milioni, ma 60 milioni, a cui vanno aggiunti 300-400mila euro all’anno di costi. La Regione ha messo da parte 8 milioni di euro per coprire le spese per 20 anni. Così la pista costerà al contribuente veneto, cortinese e bellunese, una settantina di milioni. Senza parco-divertimenti viene così meno uno dei paletti posti da Zaia, secondo cui la pista sarebbe diventato un polo di attrazione turistica e di autofinanziamento.
Intanto gli ambientalisti si danno appuntamento a Cortina per il 24 ottobre. “Non nel mio nome”, è il tema della seconda camminata per denunciare l’assalto alle Dolomiti. Scrivono i promotori: “È un assalto che viene giustificato con la scusa dei Giochi 2026 che si stanno trasformando in modo sempre più eclatante in un’occasione per nuove devastazioni ambientali e spreco di risorse”. Quali? “Nuove piste di sci e relative infrastrutture, nuova pista da bob, consumo di suolo anche in alta quota, speculazioni edilizie con la proposta di villaggi turistici di lusso a Cortina e Auronzo, un mega hotel al passo Giau, speculazione all’ex stazione di Cortina, nuovi collegamenti tra le valli e diffusione dell’eliski ed elitaxi in Dolomiti”.