Il reddito di cittadinanza ha solo un problema: la mancanza di controllo della spesa del denaro erogato. In questi giorni ho letto diversi interventi pro o contro questa importante misura introdotta dal governo Conte. Ho l’impressione che spesso chi, come Matteo Renzi, si schiera contro il reddito di cittadinanza, veda i poveri nemmeno con il binocolo.
Non so se l’ex sindaco di Firenze tra un viaggio e l’altro negli Emirati Arabi, abbia avuto il tempo di trascorrere anche solo un’ora con i clochard della stazione Termini.
Ho dubbi che Matteo Salvini sia mai entrato nei “bassi” di un quartiere come “Sanità” a Napoli o “Ballarò” a Palermo. Ho la certezza che Silvio Berlusconi e tutta la sua truppa si siano mai fermati a parlare con un tossicodipendente incontrato sulla strada. Questi chiacchieroni della carità, sono persone che non conoscono la realtà ma non sono i soli.
Ho l’impressione che anche Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta non abbiano mai messo piede nella tenda di chi vive ai margini delle periferie così come sono sicuro che Luigi Di Maio e Mario Draghi parlino dei poveri pensando che siano solo numeri.
La realtà è quella che conoscono gli operatori della Caritas, della S.Egidio, di coloro che la notte la trascorrono tra i senza tetto, dei tanti volontari che in forma privata e nel silenzio stanno accanto a chi vive ai margini della società.
Nei giorni scorsi la Caritas ci ha fornito dei dati interessanti: nel 2020 ha aiutato quasi due milioni di persone. C’è stato un incremento fortissimo di persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas: il 44% che nel 2020 si è rivolto alla Caritas non l’aveva mai fatto prima. “Una persona su cinque – spiega la Caritas – che abbiamo aiutato percepisce il reddito di cittadinanza, ma abbiamo notato che le persone si sono rivolte alla Caritas per chiedere un orientamento ai ristori, ai servizi. Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza avremmo avuto una grande richiesta di sussidi economici. In quel periodo quelle persone non hanno sicuramente trovato lavoro”.
E’ evidente che il reddito di cittadinanza non si può toccare ma non può essere ancora erogato come oggi. Allo stato attuale la Carta consente di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile di 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementato in base al numero di componenti il nucleo) e l’acquisto di ogni genere di beni di consumo e servizi ad eccezione di alcune specifiche categorie elencate di seguito: è vietato l’utilizzo del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità nonché per l’acquisto dei seguenti beni e servizi; acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali; armi; materiale pornografico e beni e servizi per adulti; servizi finanziari e creditizi; servizi di trasferimento di denaro; servizi assicurativi; articoli di gioielleria; articoli di pellicceria; acquisti presso gallerie d’arte e affini; acquisti in club privati.
Tra questi beni non ci sono gli alcolici e nemmeno le sigarette. Un alcolista può, perciò usare i suoi soldi sulla carta per comprare i suoi cartoni di vino e nessuno gli dirà nulla. Un tabagista può tranquillamente comprare il suo pacchetto di sigarette al giorno o più. Una famiglia in stato di povertà può spendere i suoi soldi comprando Coca Cola e altre bevande gasate piuttosto che altri alimenti non adatti ai bambini della famiglia.
Non si possono comprare ad esempio “Gratta e vinci” ma spesso si aggira il paletto usando i soldi in contanti prelevati, cosa comunque illecita. Risultato? In alcuni casi il reddito di cittadinanza ha aumentato i problemi anziché ridurli: un esempio, l’alcolista può bere grazie ai soldi del governo. Ma chi controlla come vengono adoperati questi soldi? Nessuno. Ecco il vero problema, quello reale, quello che conoscono bene le persone che stanno con i poveri: manca un monitoraggio dei soldi che vengono erogati.