di Antonella Galetta
Come ambientalista e amante degli animali ho pensato di dare il mio contributo intervistando l’avvocato David Zanforlini del comitato “Sì aboliamo la caccia”, perché mi sono resa conto che da luglio i media non hanno dato la giusta informazione sull’argomento, tranne il Fatto Quotidiano – che ringrazio.
In base ad un sondaggio di qualche anno fa, ben l’80% degli italiani si è dichiarato contro la caccia e quindi mi è sembrato assurdo che testate giornalistiche autorevoli abbiano invece dato solo importanza agli altri referendum (cannabis ed eutanasia). Ritornando alla mia intervista con l’ avvocato Zanforlini (che nel giro di 24 ha ottenuto circa 2.500 visualizzazioni), ho voluto spiegare come abolendo la caccia si potrà: risparmiare molti soldi pubblici utilizzati per il ripopolamento a scopo venatorio, salvare la vita a milioni di animali, evitare la morte a tante persone a causa di incidenti (una ragazza di Brescia è morta in questi giorni), liberare boschi e campagne da gente armata.
Inoltre, l’avvocato ha ricordato che numerose ricerche hanno dimostrato che le munizioni da caccia sono fonte di inquinamento da piombo (acqua e suolo) determinando rischio sanitario per l’uomo, e che si può firmare ancora nei Comuni solo fino al 20 ottobre e online fino al 25 ottobre – anche se a causa di hackeraggio la raccolta firme online è andata a rilento.
Ultimo appello dunque per riuscire a raggiungere le 500mila firme, ne mancano davvero poche. Abbiamo insieme ringraziato le migliaia di volontari che nelle piazze si sono messi a disposizione per il bene degli animali e che saranno ancora presenti nel prossimo weekend.