Una serata destinata a entrare nella storia, ma dalla porta sbagliata. È la figura più brutta di sempre quella rimediata dalla Roma in Norvegia, dove gli uomini di José Mourinho sono stati sconfitti per 6 a 1 dal semi sconosciuto Bodo Glimt nel Gruppo C della Conference League. In ballo non c’è la Champions e neanche l’Europa League, gli avversari non sono Manchester United, Barcellona e Bayern Monaco (che per i tifosi giallorossi significano umiliazione massima e punteggi tennistici), bensì una mediocre compagine scandinava, il che rende ancor più indifendibile la prestazione della Roma, che oltre alla faccia ha perso anche la vetta del Gruppo C della competizione. Gara condizionata dal vento, padroni di casa subito in vantaggio all’8′ con Botheim, raddoppio al 20′ di Berg. La Roma prova a rientrare in gara a fine primo tempo con Perez, ma nella ripresa i norvegesi dilagano: segnano Botheim due volte, Solbakken e Pellegrino. Mourinho ha cambiato nove undicesimi della formazione vista con la Juventus: in campo solo Rui Patricio e Ibanez. Prima da titolare in stagione per Reynolds e Mayoral, nuova opportunità anche per Villar, Diawara e Darboe. A sinistra Calafiori, in trequarti Perez ed El Shaarawy.
La Roma parte lenta e il Bodo Glimt passa quasi subito, all’8′ Botheim, nuovo gioiello di casa, batte Rui Patricio al termine di un’azione corale. Al quarto d’ora Rui Patricio riesce a evitare il bis dei padroni di casa, che però arriva puntuale poco dopo: lo firma Berg, con una sventola mancina da fuori area. Unico squillo dei giallorossi, il 2-1 firmato Perez su lancio di Diawara. In avvio di ripresa Mourinho toglie Darboe, Villar e Mayoral per inserire tre big come Cristante, Mkhitaryan e Shomurodov. Nonostante le scelte del tecnico portoghese, che nel corso della partita inserirà anche Pellegrini e Abraham, i giallorossi restano fuori dal match, tutto a tinte giallonere. I norvegesi passano ancora con Botheim, una rete propiziata dalla dormita difensiva di Diawara sull’offensiva di Sampsted sulla fascia. Ma non è finita qui: a venti dalla fine Kumbulla legge male un filtrante all’apparenza innocuo, lasciando campo libero a Solbakken. A tu per tu con Rui Patricio, il numero 9 di casa s’esibisce in un tocco morbido per il 4-1. Con il passare dei minuti il punteggio assume dimensioni tennistiche: la difesa della Roma gestisce in maniera tragicomica le imbucate filtranti degli avversari, che capiscono il giochetto e affondano come il coltello nel burro. Pellegrino segna il 5-1 e poi manda in porta Botheim che firma la tripletta personale e sancisce il 6-1 finale.
“La responsabilità è mia, sono io che ho deciso di giocare con questa squadra. L’ho fatto con buone intenzioni, per dare l’opportunità di giocare a gente che lavora tanto e gioca poco – ha commentato a caldo Mourinho – Con la rosa che abbiamo noi, con tutte le partite che abbiamo da giocare, volevo far riposare gente che gioca sempre. Su un campo artificiale e con questo clima ho deciso di far riposare tanti, abbiamo perso contro una squadra che ha più qualità di noi. A livello di formazione iniziale, loro avevano più qualità di noi. Se si potesse giocare sempre con gli stessi lo farei – ha aggiunto – ma è un grande rischio perché abbiamo una differenza significativa tra un gruppo di giocatori e un altro gruppo. Io ho deciso, in una fase a gironi, di fare questi cambi. Sapevo i limiti dei miei giocatori, non è niente di nuovo, però ovviamente mi aspettavo una risposta migliore. Resta mia la responsabilità“. Domenica all’Olimpico arriva il Napoli: “Non si può sbagliare mai, questo è il calcio. La nostra squadra titolare sta giocando bene, meritava più punti di quelli che abbiamo in campionato, però sta avendo sempre una bella mentalità e domenica andremo in campo sempre con questa mentalità. Ovviamente col peso alle spalle di una sconfitta storica”. Mourinho, tuttavia, riesce anche a vedere il lato tanto paradossale quanto positivo della debacle: “L’unica cosa positiva di oggi è che adesso nessuno mi farà più la domanda sul perché giocano sempre gli stessi”.